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Premier: "Ogni mia parola è costata 800mila euro"

Berlusconi vs Agcom: "Non mi fan parlare". Messaggio: "Vittoria a Milano. Pisapia inadatto a gestire Expò"

Giulio Bucchi
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Silvio Berlusconi critica senza giri di parole la decisione dell'Agcom, l'Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni, che ha comminato una maxi-multa a Tg1 e Tg4 (colpiti anche Tg2, Tg5 e Studio Aperto), 'rei' di aver concesso troppo spazio al Presidente del Consiglio, trasmettendo il videomessaggio rilasciato giorni dopo il primo turno delle elezioni amministrative. "Ogni mia parola costa 800mila euro di multa", ha fotografato la situazione il Cavaliere, riferendosi ai mirabolanti importi decisi dall'Agcom. "Siamo all'assurdo - ha proseguito -, mi impediscono di parlare". Questo il pensiero di Berlusconi, raccolto da alcuni parlamentari incontrati in Aula. "Non posso più dire nulla - ha proseguito - è una cosa assurda". In aula, inoltre, il premier è stato avvicinato da alcuni deputati campani del Pdl, che gli hanno chiesto di tornare a Napoli prima dei ballottaggi di domenica per tirare la volata al candidato del centrodestra, Gianni Lettieri. NUOVO VIDEOMESSAGGIO - Martedì Silvio Berlusconi era tornato a parlare anche con un nuovo videomessaggio, pubblicato su Youtube e sul sito del Pdl. "Ai ballottaggi possiamo, anzi dobbiamo vincere, non c'è alternativa possibile al nostro governo", è tornato alla carica il Cav a pochi giorni dai ballottaggi. Nel mirino Milano e Napoli. La Moratti può e deve vincere alla vigilia dell'Expo. Non si può consegnare la città alla sinistra più radicale, dobbiamo spiegare ai milanesi che il sindaco di estrema sinistra è incompatibile con l'Expo e dannoso per i milanesi perché con la sua amministrazione aumenterebbero le tasse e ci sarebbe più immigrazione e più baracche in giro degli zingari". A dare più vigore alle parole del Cavaliere ci ha poi pensato Umberto Bossi, che taglia corto: "Vinciamo noi". BOSSI: "MINISTERI? LO CONVINCEREMO" - Il Senatùr non ha insomma dubbi sull'esito della battaglia elettorale, tanto da dirsi disponibile a un comizio con la Moratti: "Sì, se me lo chiede". Nulla da rivelare, invece sulla sopresa annunciata dal ministro Calderoli: "Non lo so, io non sono Calderoli". Ma poi rilancia anche sul punto che più gli sta a cuore: il trasferimento dei ministeri. "Berlusconi si convincerà", spiega il leader leghista. "Ci sono in tutta Europa, Inghilterra, Francia. Perché non ci devono essere anche qui?". E a chi vede delle frizioni tra Pdl e Lega, Bossi risponde: "Non c'è nessuno scontro". Poi la stoccata ad Alemanno: "E' contrariato per il trasferimento dei ministeri da Roma? Te credo...". Bossi ha poi commentato il preoccupante rapporto della Corte dei Conti, spiegando come "in questo momento bisogna tenere in ordine i conti pubblici. Ha ragione Tremonti - ha aggiunto - altrimenti il Paese salta per aria". Sulla Libia, invece, il Senatùr non ha voglia di parlare, e afferma soltanto: "Se fosse stato per la Lega non ci saremmo andati". "OSTACOLO ALLO SVILUPPO" - Nel suo intervento sul web, Berlusconi ha poi parlato di come Giuliano Pisapia a Milano, e in maniera speculare Luigi De Magistris a Napoli, rappresentano "un ostacolo allo sviluppo. A Napoli il nostro candidato Lettieri farà finalmente uscire la città dagli ultimi 18 anni di malgoverno della sinistra", ha assicurato il premier sottolineando come il "candidato della sinistra si propone come il nuovo, ma in realtà è il vecchio che ritorna, perché viene sostenuto dagli stessi partiti che sono responsabili dello sfascio di Napoli. Con Lettieri, invece, la città potrà tornare ad essere la capitale del Mediterraneo". "UNA NUOVA SFIDA" - Il messaggio agli elettori di centrodestra e agli indecisi è forte: "I ballottaggi del 29 e 30 maggio sono una nuova sfida. A Milano come a Napoli, a Trieste come a Cagliari, noi possiamo, anzi, dobbiamo vincere. Noi uomini giusti possiamo farcela grazie al sostegno dei moderati". Anche perché, conclude Berlusconi, "il voto del 15 e 16 maggio ha confermato che il Pdl è il primo partito del Paese. Non esistono alternative possibili al nostro governo e non possiamo immaginare un'Italia governata dalla sinistra e condizionata da una sinistra estrema".

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