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Per Pisapia corteo islamico. Intanto lui scappa da tv

Musulmani di Milano in piazza per candidato di sinistra, che prende le distanze: "Non so nulla". Giuliano rifiuta ancora confronto. Sue proposte? Eutanasia, rom, droga

Giulio Bucchi
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Ai ballottaggi vince chi fugge. Lo pensa, evidentemente, Giuliano Pisapia, che a pochi giorni dal voto decisivo a Milano del 29 e 30 maggio continua a rifiutare il confronto televisivo con la sua sfidante (in svantaggio di 7 punti percentuali) Letizia Moratti. Prima, il sindaco uscente deve chiedergli "scusa, cosa che non ha ancora fatto. E soprattutto dica chi sono i mandanti di quella vergognosa scena che ha fatto nell'unico confronto che ha accettato con me, dopo averne rifiutati tanti". Il riferimento è all'attacco sferratogli dalla Moratti davanti alle telecamere di Sky Tg24, quando la candidata del Pdl tirò fuori come ultimo intervento un precedente penale di Pisapia. Intanto arriva anche l'annuncio di una marcia, da piazza San Babila al Castello Sforzesco e che transiterà proprio sotto la Madonnina del Duomo. Chi è stato ad indirla? La comunità muslumana di Milano, in prima linea per far vincere il candidato della sinistra al ballottaggio di domenica e lunedì. Pisapia, però, fiuta il pericolo e si affretta a precisare: "Noi non c'entriamo nulla con l'organizzazione del corteo". MORATTI VUOLE IL CONFRONTO - Letizia Moratti continua a chiedere il confronto televisivo con Pispaia, ma da questo orecchio l'esponente di sinistra fa orecchie da mercante. La candidata del Pdl spiega che "il confronto è il modo più serio per dare ai cittadini la possibilità di verificare le due visioni della città e i due diversi programmi". Pisapia, però, non ascolta e attacca: "Su Ecopass e sosta per i residenti - incalza - la Moratti non è più credibile. Siamo ai saldi di fine stagione. Contraddice il suo programma e quello che pensato di poter fare e non ha fatto". Insomma, la stretta di mano arrivata ieri ai giardini Falcone e Borsellino è già un vecchio ricordo". IL CORTEO DEI MUSULMANI - Niente confronto, quindi: piuttosto l'ennesima manifestazione. Il programma di Pisapia parla chiaro, e nero su bianco riporta la volontà di costruire un grosso polo islamico meneghino, pronto per l'Expo del 2015. Così la comunità islamica si è schierata compatta con il candidato della sinistra: è anche sorto un Comitato a sostegno di Pisapia. E così lo stesso Comitato musulmani per Pisapia ha deciso di scendere in piazza mercoledì. Davide Piccardo, di Sinistra e Libertò, ha fatto sapere che la manifestazione è prevista nel primo pomeriggio, a piazza San Babila. "Invito tutti a venire vestiti con qualcosa di arancione - ha chiesto l'esponente di Vendola -, che sia una maglietta, ma anche un hijab (che è il velo islamico, ndr). L'idea di portare in piazza i musulmani per sostenere Pisapia è venuta in questo contesto in cui lo scontro politico si fa aspro, e il centrodestra utilizza i musulmani come spauracchio", ha concluso Piccardo. CATTIVE ABITUDINI - Corteo islamico a parte, è il caso di 'fare le pulci' al candidato della sinistra. Ed è certo che se Pisapia pensa di fare il sindaco con la stessa costanza (e le stesse idee) di quando era parlamentare...poveri milanesi. Lo sfidante della Moratti, tra 2001 e 2006, ha centrato record su record in fatto di assenteismo. Come ha scritto Fosca Bincher su Libero in edicola oggi, martedì 24 maggio, l'allora deputato di Rifondazione comunista era in fondo alla classifica dei compagni di partito in fatto di presenze. Votazioni a cui è risultato presente? Meno di una su due: il 41,99% delle volte, la performance più bassa del gruppo. Tanto per capirci, la penultima in classifica era Tiziana Valpiana, che però il 54,11% delle volte che si era chiamati a votare contro i provvedimenti del governo Berlusconi, si è presentata all'appello. Alcune volte però tutti i deputati hanno la possibilità di fare assenze giustificate, facendosi mettere in missione e così non perdendo nemmeno un cent di stipendio. Pisapia quella legislatura l'ha fatto durante 661 voti, il 2,44% del totale. Ma ha bigiato senza giustificazione l'aula di Montecitorio comunque il 55,56% delle volte, stabilendo il primato nel gruppo. DISCOLO GIULIANO - L'assenteismo ha caratterizzato anche il suo precedente mandato, quello iniziato nel 1996 con il governo Prodi e terminato nel 2001 con Giuliano Amato. Pisapia, eletto anche presidente della Commissione giustizia della Camera, in aula si faceva vedere solo di tanto in tanto (...). Secondo le statistiche presenti sul sito della Camera anche a quell'epoca Pisapia è stato fra i primatisti dell'assenteismo in aula. Ha partecipato al 41,71% delle votazioni e ha bigiato il 58,29% delle volte come uno scolaretto indisciplinato. Presenze poche, trovate tante, anche se di dubbia sostanza. E contraddittorie. Per esempio, ha perfino firmato un ddl durissimo sulla responsabilità civile dei magistrati che avrebbe fatto andare in solluchero il Cavaliere. E a leggerli tutti si capisce bene cosa è accaduto al primo turno elettorale a Milano: Berlusconi ha fatto una campagna ventre a terra contro i pm di Milano, il suo elettorato deve essersi confuso e ha puntato sul candidato falco anti-magistrati, che certo non era la giustizialista Moratti. RADICI RADICALI - Da buon radical-vendoliano, aveva le classiche idee fisse: eutanasia, droga e rom. Sulla 'dolce morte' ha presentato alla Camera ben tre diverse proposte di legge sullo stesso tema, tutte con il suo nome in cima alla lista dei firmatari. Poi, prosegue Bincher, si è lanciato in una campagna per togliere l'8 per mille alla Chiesa cattolica. Sua una proposta di legge per valorizzare la cultura di rom e sinti. E ancora: libero spinello in libero Stato, battaglia radicale che lo ha visto sempre in prima linea. Piuttosto stramba la proposta fatta insieme al verde Alfonso Pecoraro Scanio per diffondere la pratica del nudismo come condizione necessaria per una armoniosa espansione delle forze psichiche e fisiche, che ha "carattere sociale, non è immorale, è spontaneo ed è educativo". Per finire, insieme a Vendola la proposta di legge per "cancellare dal codice penale il reato di favoreggiamento della prostituzione, liberalizzando la professione per tutte le persone maggiorenni". Chissà quali, tra queste idee, troveranno terreno fertile a Milano.

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