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Bagnasco duro sui politici: "Italiani stufi di vostre risse"

Il presidente Cei attacca l'Europa: "E' assente su migranti". Pedofilia, "non si può transigere". Fine vita, "serve legge"

Andrea Tempestini
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Nella sua prolusione alla 63esima Assemblea Generale dell'Episcopato Italiano. il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, torna a pungere la politica - "ridotta a litigio permanente" -  e a condannare l'emergenza pedofilia che con il caso ligure di Don Seppia ha travolto la chiesa italiana: "Gli abusi su minori commessi da preti, religiosi e personale della chiesa cattolica sono un'infame emergenza non ancora superata". "GENTE SI DISAMORA" - Puntando il dito contro la politica, Bagnasco sottolinea come "la gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando", e poi se la prende con "una stampa da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più a eccitare le rispettive tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, eccitante al disfattismo". Il presidente della Cei vuole che venga data voce a quella che definisce "l'invocazione interiore del Paese sano, distribuito all'interno di ogni schieramento". Bagnasco rilancia poi l'appello del Papa ad Aquilea per una nuova generazione di politici cattolici: "Servono persone - sottolinea - che sentano il dovere di una cittadinanza coscienziosa, partecipe, dedita all'interesse generale". "PEDOFILIA, NON SI PUO' TRANSIGERE" - Sul capitolo pedofilia, Bagnasco ribadisce come abbia causato "danni incalcolabili a giovani vite e alle loro famiglie", alle quali "non cessiamo di presentare il nostro dolore e la nostra incondizionata solidarietà". Bagnasco, pur senza farne il nome, torna ancora sul caso che ha scosso l'Italia, quello di Don Seppia, il prete genovese accusato di abusi su minori: "Sull'integrità dei nostri sacerdoti non possiamo transigere. Costi quel che costi. Anche un solo caso, in tale ambito, sarebbe troppo. Quando poi i casi si ripetono - aggiunge - lo strazio è indicibile e l'umiliazione totale". EMERGENZA IMMIGRAZIONE - Bagnasco ha poi spostato la sua attenzione sull'emergenza immigrazione, e ha mostrato le sue perplessità circa l'atteggiamento di Bruxelles chiedendosi "perché per i missili c'erano soldi e intesa politica, mentre per i profughi non ci sono i primi ed è inesistente la seconda". Inoltre, ha aggiunto, "non può non colpire il diverso atteggiamento adottato a livello internazionale tra le disponibilità all'interposizione armata e l'indisponibilità a suddividere il carico delle conseguenze umanitarie che lo scontro armato determina", quali l'ondata di profughi, che per motivi di vicinanza geografica hanno preso d'assalto il nostra Paese. "Va da sè - ha concluso il capitolo immigrazione - che se non avanza un più maturo senso di condivisione circa le responsabilità comuni, si aprono nel processo di integrazione falle di difficile rimedio". FINE VITA - Una battuta anche sul recente varo della legge sul fine vita, che "si configura come un approdo importantissimo", ha sottolineato Bagnasco, indicando conme il provvedimento non è atteso soltanto dalle famiglie che devnono fronteggiare casi di malattie gravissime, ma è anche "altamente significativo per la composizione calibrtata e ispirata al principuio di precauzione dei beni in gioco, senza dimenticare che, come sancisce la Costituzione, la salute è fondamentale diritto dell'individuo, ma anche interesse della collettività".

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