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Che brava Lady Gaga, pare Mozart. Ma se torna Madonna...

E' finalmente uscito l'atteso "Born this way": l'album celebra il mito di miss Germanotta, senza scossoni. Ma la formula dance mostra un po' la corda

Leonardo Filomeno
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Su Lady GaGa si può scrivere tanto e continuare ad avere la sensazione di non aver detto abbastanza. Fare e strafare: è una legge alla quale non si sfugge. Prendete il web: fa tutto lei. Judas, per dirne una, l'ha fatto uscire in anticipo per colpa di un simpaticone che l'ha diffuso illegalmente. Anche il relativo videoclip, che è sì "una nuova Gerusalemme, un affresco vivente", un capolavoro, le ha riservato sorprese analoghe. Quindi mettetevi nei suoi panni: o in entrambi i casi c'è il suo zampino, o deve esserci rimasta davvero male, vista la frenesia con cui lavora. Ma c'è dell'altro: quando Judas, dopo l'esordio col botto, è calata nelle vendite, salvo poi risalire la china, GaGa, sbagliando, ha fatto uscire l'altrettanto energica The edge of glory, che avrebbe potuto tenere da parte per l'autunno, e, come se non bastasse, anche il promozionale Hair. Quattro (comunque valide) canzoni in quattro mesi, che fanno parte di quello che dovrebbe essere l'album evento del 2011: Born This Way. Più maturo di The Fame ma tutt'altro che originale. Semmai Germanotta è insuperabile, tanto nei look quanto nella musica, a prendere dagli altri e far suo. Quasi a ricalcare quel Mozart che due secoli e mezzo fa girava l'Europa da enfant prodige immagazzinando stili e melodie che poi avrebbe genialmente rielaborato durante la sua carriera. Anche se non venderà più del disco precedente, in qualche modo ha già lasciato il segno grazie a canzoni come la stessa Born this way o Judas, tanto splendide quanto ispirate, la prima a Madonna, la seconda a se stessa, o, meglio, a Bad Romance, della quale è un'evoluzione in positivo. Togliendo le quattro tracce già estratte, in Hit Parade potrebbero finire altri due o tre pezzi. Americano, una nuova Alejandro dedicata agli immigrati dal Sudamerica, che però è dance e farà discutere visti i riferimenti religiosi del testo, dove cita spesso Gesù Cristo. Ancora ritmi sincopati in un'altra bomba per radio e piste, Scheiße. I suoni sono quelli degli anni d'oro della nostra italo house, il ritornello è irresistibile e il leit motiv "Ich bin mir absolut klar..." non si dimentica facilmente. In Bad kids non mancano le belle schitarrate, i synth sono quelli degli anni Ottanta e il modo di interpretare il pezzo, specie nel ritornello, non lascia spazio a dubbi: è Madonna. Esattamente come nella rockettara Electric chapel e in Heavy metal lover, con cassona, electro che più plasticosa non si può e un refrain davvero azzeccato. Un lavoro che, nonostante le dichiarazioni, è ancora più dance di The Fame, tra autocitazioni e citazioni. Highway unicorn (Road to love) pare uno dei mille tormentoni creati da Gigi D'Agostino sul finire dei Novanta. Una tregua dalla cassa in quattro si ha solo nella romantica rock ballad You and I. Ah, due particolari. La cover griffata Nick Knight ritrae Gaga in versione dark con un corpo che è una moto. Orrenda. Molto meglio quella del singolo, dove lei è scolpita a dovere. Miss Germanotta attualmente è la donna più influente del mondo, come possiamo non fidarci di Forbes? Ma se Madonna torna con un super disco come Confessions, cosa che tra un po' avverrà, polverizza tutti. E a quel punto, non ci sarà Gaga che tenga. 

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