Dell'Utri assolto: niente estorsione a finalità mafiosa
Senatore Pdl scagionato in appello a Milano: il fatto non sussiste. Era accusato di aver chiesto soldi in nero al patron del Basket Trapani
Marcello Dell'Utri è stato assolto dall'accusa di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose ai danni del patron della Pallacanestro Trapani, Vincenzo Garaffa. La prima corte d'appello di Milano ha scagionato il senatore Pdl e il boss mafioso Vincenzo Virga perché il fatto non sussiste: le motivazioni verranno depositate tra 90 giorni. Dell'Utri e Virga erano accusati di concorso in tentata estorsione e per entrambi il pg Isabella Pugliese aveva chiesto nel processo d'appello la condanna a 2 anni di reclusione. Nelle scorse settimane la Cassazione aveva annullato con rinvio una precedente sentenza della Corte d'appello, con la quale le toghe avevano riqualificato l'accusa in minacce gravi, e avevano dichiarato la prescrizione. Ancora, in precedenza, la Cassazione aveva annullato la condanna a due anni per estorsione, rimandando il giudizio sempre alla Corte d'appello. "Il fatto non sussiste", assolto Dell'Utri: guarda il servizio su LiberoTv LA VICENDA - Al centro del processo la vicenda della sponsorizzazione per 1,7 miliardi di lire a Garaffa da parte di Publitalia negli anni Novanta. Secondo l'accusa, Dell'Utri prima e Virga poi erano intervenuti per convincere l'imprenditore a restituire in nero metà della somma a un funzionario di Publitalia. I giudici della prima corte d'appello hanno assolto gli imputati in base al secondo comma dell'articolo 530 del codice di procedura penale, ovvero la vecchia insufficienza di prove. Il sostituto pg Isabella Puglise per Dell'Utri e Virga aveva chiesto due anni di reclusione, senza la concessione delle attenutnti generiche. Secondo il quadro accusatorio, nel dicembre del 1991 il Senatore Pdl avrebbe incontrato Garraffa a Milano per chiedergli di restituire la metà dei soldi in nero di quelli ricevuti per la sponsorizzazione. In quell'occasione lo avrebbe minacciato dicendo: "Ho uomini e mezzi per farle cambiare idea". I LEGALI DI DELL'UTRI - Dopo l'assoluzione, gli avvocati di Dell'Utri - Pietro Federico e Giovanni Di Pieri - hanno esrpesso la convinzione che la sentenza di venerdì possa rideterminare anche le sorti del procedimento di Palermo, nel quale il Senatore del Pdl è stato condannato in secondo grado, a sette anni di carcere, per concorso esterno in associazione mafiosa. "I giudici della Cassazione non potranno non tener contro di questa assoluzione", hanno sottolineato i legali, spiegando che l'episodio al centro del processo meneghino, quello che riguarda la presunta tentata estorsione ai danni di Garraffa, faceva parte del materiale probatorio portato dall'accusa nel procedimento di Palermo. "SENTENZA VERGOGNOSA" - Vincenzo Garraffa, l'imprenditore che secondo l'accusa sarebbe stato vittima dell'estorsione, dopo l'assoluzione ha attaccato: "E' una sentenza vergognosa. Sono deluso, ma come cittadino ed ex parlamentare devo avere fiducia nella giustizia". Garraffa, infatti, è un ex parlamentare repubblicano. La difesa della parte civile, ha annunciato, farà ricorso in Cassazione contro l'assoluzione. Lo ha reso noto l'avvocato Giuseppe Culicchia, difensore di Garraffa, parte civile nel processo. "E' una sentenza sorprendente - ha dichiarato il legale, che poi ha sostenuto che - fino ad ora i fatti erano stati riconosciuti ed accertati, e Garraffa era considerato un testimone attendibile". Con questa sentenza, invece, "saremmo costretti a tornare a discuterne".