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Serie A Killer, 30 ko per club: dall'inizio del torneo 607 infortuni

Distorsioni, strappi e crociati. Oltre 150 gli stop di almeno un mese. La colpa di campi, palestra e ritiri sacrificati

Andrea Tempestini
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Di quale club di serie A sia l'infermeria più sovraccarica è difficile stabilirlo, come ha verificato Adnkronos Salute per la sua inchiesta sugli infortuni. La panoramica su bende&cerotti, uscita ieri, si basa infatti sui dati messi a disposizione dallo staff medico di 10 squadre (Bari, Brescia, Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Fiorentina, Lazio, Lecce, Napoli): per le altre - che non hanno potuto o voluto fornire numeri - sono stati esaminati i sempre aggiornati dati di Fantagazzetta.com. Dunque, sono 607 gli infortuni subiti dai calciatori delle 20 squadre di A dall'inizio della stagione a oggi, a una giornata dal termine: strappi, stiramenti, lesioni articolari, infiammazioni, distorsioni, contusioni, fratture e tanto altro. Per il 55% dei casi si è trattato di guai muscolari, ma non mancano i maledetti crociati e tanto mal di schiena per tutti, che costringono mediamente le società a 100 ecografie mensili. Dato pesante, oltre 150 infortuni, circa il 25%, comportano almeno un mese di stop.   Annosa la questione delle cause: troppi impegni ravvicinati, campi sempre meno buoni, pesanti carichi di lavoro, aumento della velocità di gioco. Oltre (ma forse la causa principale) a una preparazione estiva sempre più schiava delle esigenze commerciali (tournée all'estero per fare cassa) e televisive. Eppure, i preparatori atletici sanno che «i muscoli e il resto del nostro corpo vanno preparati gradualmente - ripeteva tempo fa il prof. Enrico Castellacci, medico della Nazionale -. Ora, dopo una settimana di lavoro, si va in campo e si deve vincere. Non è corretto. Servono almeno 20 giorni di preparazione». Altrettanto difficile il confronto con i campionati esteri, dove però salta all'occhio il giorno di riposo in più concesso di frequente in Inghilterra (contro l'uno solo da noi) dopo le partite, il carico atletico più leggero e meno palestra a favore di tecnica e pallone. Per questo risuonano ancor più “sinistre” le parole di Rafa Benitez, che accusava i giocatori interisti di far pesi di nascosto per recuperare prima. Peggiorando invece le cose. Da un'indagine realizzata dalla Gazzetta a metà stagione, risultava che in Serie A negli ultimi cinque anni l'aumento degli infortuni è stato del 32%. Non c'è però omogeneità nella penisola. Prendendo in esame le sei squadre più Nord (Brescia, Chievo, Inter, Juventus, Milan, Udinese) e le sei più a Sud (Bari, Cagliari, Catania, Lecce, Napoli, Palermo) si scopre che i team del settentrione registrano più crack: 215 contro 138. A favorire la minore incidenza è certamente la condizione clima più mite, che danneggia meno i muscoli. Eppure non si può generalizzare. La Juve si allena a Vinovo, finito sotto accusa per le strutture d'allenamento e l'umidità, del 12% superiore a quella di Torino. Ma a Vigone, a pochi chilometri, Varenne (ieri 16 anni), il più grande trottatore della storia, vive, lavora (fa lo stallone) e si moltiplica alla grande. Un fuoriclasse di razza. di Tommaso Lorenzini

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