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Von Trier imbarazza Cannes: "Hitler simpatico. Israele? Dito nel c..."

Sparate antisemite del regista danese alla presentazione del film 'Melancholia' al Festival. La Dunst: "Oh mio Dio..."

Andrea Tempestini
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Lars Von Trier spiazza la platea di Cannes con un bis di frasi destinate a sollevare un polverone. "Sì, Adolf Hitler mi fa un pò simpatia, e lo capisco". Il motivo? "Israele è un dito nel culo". Nel giorno della presentazione al Festival del suo Melancholia, l'anticristo Lars Trier -  il Von è un vezzo che si è "autoaggiunto" a causa di un'enorme "autovenerazione" - tra provocazione e umorismo nero è riuscito ad attirare su di sé l'attenzione mediatica della kermesse. "UN VERO NAZISTA" - "Credevo di avere origini ebraiche e invece ho scoperto di essere un vero nazista", ha continuato il regista di Dogville. "Hitler lo capisco. Ovviamente ha fatto molte cose sbagliate (sic!), assolutamente, ma riesco a immaginarmelo mentre sedeva nel suo bunker quando tutto era finito". Al fianco di Von Trier c'era Kirsten Dunst, star e protagonista della sua ultima pellicola. L'attrice, con padre tedesco, è impallidita e si è lasciata scappare un "oh mio Dio" che ha spezzato il silenzioso imbarazzo dei presenti. "DITO NEL CULO" - Von Trier - l'eclettico regista che firmò il manifesto del Dogma95 per un cinema 'casto' - ha poi cercato di pratuicare un'imporbabile retromarcia. "Sto solo dicendo che capisco l'uomo", questo il maldestro tentativo di rettifica. "Certo, non è proprio quello che definiresti un bravo ragazzo ma, sì, ho capito molto di lui e mi fa un po' di simpatia. Su ragazzi - ha provato a sciogliere il gelo - non sono mica per la seconda guerra mondiale. E non sono contro gli ebrei". Anzi, "mi sento vicino agli ebrei. Ma non troppo, perché Israele è un dito nel culo". A quel punto i giornalisti inebetiti lo guardavano con assoluto stupore. Von Trier ha cercato ancora di sdrammatizzare: "E adesso come ne esco? Forse potrei trovare una soluzione finale con voi?". LE STRANEZZE - Il geniale autore de Il Grande Capo non si è dimostrato altrettanto geniale in conferenza stampa. Il suo rancore verso il popolo ebraico, forse, nasce dalla rivelazione che gli fece la madre soltanto sul letto di morte. La signora Inger, prima dell'ultimo respiro, gli rivelò che in verità Ulf Trier non era il suo padre biologico. Lars, fino a quel momento, aveva creduto di essere ebreo, proprio come il finto padre: la bugia potrebbe aver scatenato in lui qualche convulsa reazione antisemita. Ma le sparate contro Israele non sono che l'ultima delle stranezze del danese, famoso per le sue fobie. Viaggia solo in auto, e se invece è lo fa in treno treno esige una sola compagnia. Non ha mai preso un aereo. Per arrivare a Cannes, ogni anno, si fa mezza Europa in camper. E' ipocondriaco e sempre convinto di avere cancri e tumori ormai irrecuperabili.

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