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Governo cinque volte ko. Sono poco responsabili

Alla Camera giornata maggioranzo sotto su mozioni Fli per carceri e su bombe Idv. Decisive assenze di Barbareschi, Pionati e compagni. "Verifica a Montecitorio dopo ballottaggi"

Andrea Tempestini
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Dopo la brutta giornata della amministrative, rientro nervoso in Parlamento per il governo. La maggioranza è stata battuta in Aula alla Camera per ben 5 volte: prima nel corso delle votazioni per le mozioni sulla situazioni delle carceri, poi sull'ordine del giorno Idv in merito alla messa la bando delle bombe a grappolo. Decisive sono state le assenze di alcuni deputati del Pdl e di altri membri del governo, tra cui 25 tra ministri e sottosegretari e 14 responsabili. Spiccano i vuoti lasciati da Francesco Pionati, Maria Grazia Siliquini (entrambi rimasti senza incarichi di governo), il neoministro Saverio Romano e Massimo Calearo, Luca Barbareschi e Italo Tanoni.  AUTOCRITICA RESPONSABILE - Il 'responsabile' Gianfranco Lehner fa autocritica: "Se c'era un giorno in cui i nostri deputati avrebbero dovuto essere tutti presenti, questo giorno è oggi, 18 maggio, cioè il day after dell'ammaccamento elettorale - ha tuonato l'onorevole -.  Ciò vale anche per ministri e sottosegretari, che oggi non si sono visti in aula, mentre avrebbero dovuto far sentire a Berlusconi il loro sodale impegno, in luogo delle loro improvvide ed impari opportunità. Invece, soli, soletti, siamo andati sotto più volte, quasi fossimo già allo sbando". Più morbido Angelino Alfano. Secondo il ministro della Giustizia i quattro voti contrari al parere del governo sono dovuti a un "normale ritardo post voto, normale rilassatezza post competizione elettorale". VERIFICA DELLA MAGGIORANZA - Le votazioni di oggi hanno riacceso l'attenzione sulla necessità di una verifica della maggioranza di Governo in Parlamento. A sollecitarla era stato lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo la nomina dei nuovi sottosegretari dal gruppo dei Responsabili. Il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, ha reso nota la decisione presa dalla conferenza dei capigrurro di Montecitorio, che hanno fissato la verifica alla Camera dopo i ballottaggi delle amministrative. ESULTANO PD, FLI ED IDV - Futuristi e Idv non hanno perso tempo per passare all'attacco. Secondo Leoluca Orlando, portavoce dei dipietristi, "è chiaro ormai che non ci sono più i numeri. E' la conferma della grave crisi che si è aperta nel centrodestra in seguito alla batosta elettorale delle amministrative. Il governo Berlusconi - prosegue Orlando - politicamente parlando è moribondo". Poi Di Pietro: "L'esecutivo non ha più il consenso del Paese", e ancora il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "Beh, in buona salute il governo non sta...". Quindi Nino Lo Presti, deputato di Futuro e Libertà: "E' la dimostrazione che anche a livello parlamentare nella maggioranza qualcosa inizia a scricchiolare". LE VOTAZIONI - La Camera ha approvato con 269 sì e 255 no la parte della Mozione del Pd sulla quale il governo aveva espresso parere negativo. Poi è stata respinta una parte della mozione Pdl che conteneva il parere favorevole: i 'sì' sono stati 255 mentre i 'no' 268. Quindi è stata approvata con 269 voti favorevoli e 257 contrari una parte della mozione presentata dai dipietristi, e sulla quale il governo aveva dato parere contrario. LE MOZIONI - Il testo di Fli, passato 254 a 264, impegna il governo "ad assumere iniziative volte ad adeguare, in vista dei prossimi provvedimenti finanziari, la spesa pro capite per detenuto, prevedendo, rispetto alla base del 2007, una riduzione non superiore a quella media relativa al comparto Ministeri". La mozione chiede poi l'impegno dell'esecutivo "a predisporre sul piano normativo un complesso di riforme che avrebbero, nel complesso, un effetto strutturalmente deflattivo, concorrendo a migliorare le condizioni di detenzione e a rendere servibili quegli strumenti di trattamento che perseguono le finalità rieducative costituzionalmente connesse alla pena". Il testo Idv invece chiedeva la ratifica della Convenzione di Oslo sulla messa al bando delle munizioni a grappolo. BOMBE A GRAPPOLO - Il testo, ha poi spiegato lo stesso Di Stanislao, "impegna il governo a valutare l'opportunità di fare maggiori controlli sull'operato degli intermediari per contrastare il finanziamento della produzione" di bombe a grappolo e "ripristinare l'elenco delle singole autorizzazioni rilasciate dalle banche". Il deputato, che su questo ha presentato da tempo una sua proposta di legge ha criticato la decisione del governo di ratificare la convenzione "senza introdurre alcun controllo gli istituti bancari". Così come è stata approvata, ha aggiunto, "questa ratifica non ci onora"

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