Melania Rea, nuove audizioni. Prelevato dna di Davide Paciolla
Giallo di Ascoli, attività frenetica degli investigatori. Vengono ascoltate persone che gravitano attorno alla caserma
Riprendono ad Ascoli le audizioniintorno al 'mondo militare'. Nulla è tralasciato, nel tentativo di trovare una pista per risolvere il giallo dell'omicidio di Melania Rea, di cui lunendì si sono celebrati i funerali nel paese di origine, Somma Vesuviana. Oltre ai residenti di Folignano, verranno ascoltato i vicini di casa della coppia Rea-Parolisi, mentre sono al vaglio degli inquirenti i dna di Raffaele Paciolla e di sua moglie. Si tratta dell'agente penitenziario, amico di Salvatore Parolisi, che era stato chiamato dal caporalmaggiore quel pomeriggio della scomparsa per le ricerche nel bosco delle casermette. AL VAGLIO DEGLI INQUIRENTI - Paciolla e la moglie hanno consegnato ai Carabinieri un tampone, che verrà poi esaminato dal Ris. L'agente penitenziario era andato anche due giorni dopo - il 20 aprile - a Ripe di Civitella, insieme a Michele Rea, fratello di Melania, per il riconoscimento del cadavere. Oltre al dna, anche i suoi tre cellulari sono al vaglio degli inquirenti per verificare se in quell'occasione siano state scattate delle foto. Parolisi, infatti, ha raccontato di aver riconosciuto il luogo del rinvenimento del cadavere proprio in virtù di quelle foto scattate. Ma Paciolli l'ha poi smentito. "ATTIVITA' FRENETICA" - "L'attività è frenetica - spiega una fonte investigativa - e si stanno non solo ascoltando tutte le persone che potrebbe fornire indicazioni utili per scoprire la verità sulla vicenda, ma anche vagliando tutti i dati, telefonici e ambientali, in grado di far luce sul caso". Oltre a Parolisi, "c'è ancora la possibilità che qualcun altro possa aver avuto un ruolo nella vicenda. Nessuna ipotesi si può al momento da escludere". Già nei primi giorni dell'inchiesta, gli inquirenti sentirono poi un sergente in servizio da tempo presso la Caserma Clementi di Ascoli, per "comprendere meglio la personalità" del caporalmaggiore e istruttore dell'esercito, marito di Melania, che resta a piede libero anche se è tra i principali indiziati per l'omicidio. Contro di lui comunque, la Procura di Ascoli non ha ancora chiesto al Gip nessun provvedimento, proprio perché mancano prove certe del suo coinvolgimento nel caso. Forse le risultanze delle analisi dei tabulati telefonici in corso da parte dei Ris, potranno chiarire i molti dubbi e misteri che ancora gravano sul brutale assassinio della 29enne, madre di una bimba di 18 mesi.