Don Riccardo li voleva "giovani, mori e con problemi"
L'accusa: violenza sessuale con minori 'in condizione di inferiorità psichica o fisica'. In cella, il parroco nega tutto
Particolari sempre più truculenti si aggiungono alla vicenda del parroco pedofilo di Genova. Lui dalla cella nega tutto, "solo parole" dice e poi, chiude la bocca. Ma ad inchidarlo ci sono 40 pagine di un'ordinanza che ne fa un ritratto feroce e violento. Da venerdì è in cella con l'accusa di violenza sessuale e cessione di stupefacenti. Lui, si è chiuso nel silenzio e anche davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Don Seppia — ha detto il legale — è pronto a assumersi le sue responsabilità, a spiegare quello che è accaduto, chiederò che sia presto ascoltato dal pubblico ministero. Prima però voglio leggere con attenzione l'ordinanza di custodia di cautelare, cosa che oggi non ho potuto fare". L'ORDINANZA - Quaranta pagine sotto il titolo "Nel nome del demonio": parole che rendono il ritratto di una personalità sconcertante. Don Riccardo non è solo un parroco che bestemmia o saluta in maniera irriverente con un "Che Satana sia con te". In quelle pagine ci sono telefonate, messaggi, intercettazioni ambientali in cui c'è tutto il mondo del parroco, i discorsi sui "bei ragazzi", sull'approccio, gli "ordini" all'ex seminarista. "Portami un bambino, mi raccomando l'età, meglio un moretto, un negretto" chiedeva deciso al suo complice che andava a pescarli nella zona della Fiumara, uno di quei luoghi di trattative e di incontri. Richieste, le sue, molto dettagliate. "Li voglio giovani, non sedicenni, quattordicenni va bene e che abbiano problemi di famiglia". Ai suoi ordini anche un marocchino, con il compito di rifornirlo di cocaina e di ragazzi. LA DROGA - L'ex seminarista è ora indagato per prostituzione minorile, il marocchino e un commerciante genovese sono accusati di favoreggiamento. Della cocaina, don Riccardo si serviva oltre che per un uso personale anche per pagare prestazioni sessuali: "Mandami quel ragazzo — messaggi all'amico — ho tanta roba". E quando non ne aveva, pagava gli incontri "il solito regalino", ovvero 50 auro. L'ACCUSA - L'accusa di violenza sessuale nei confronti del chierichetto si riferisce a un incontro avvenuto in canonica, al termine del quale don Riccardo invia ancora una volta un messaggio all'ex seminarista: "L'ho già baciato in bocca". Lo stesso chierichetto, interrogato, avrebbe confermato l'episodio. In questi giorni gli inquirenti stanno ascoltando a Milano e Genova diversi ragazzi, alcuni minorenni, che avrebbero subito le attenzioni di don Riccardo. Don Riccardo non è accusato solo di violenza sessuale, gli è contestata anche l'aggravante di aver agito contro un soggetto "in condizione di inferiorità psichica o fisica".