Tornare coi moderati o demolire il Cav? Il voto spacca Fli: Fini è nei... Casini
Terzo polo diviso: l'Udc esulta, i futuristi non possono. E al ballottaggio emergeranno le solite magagne / MAGLIE
Terzo Polo cercasi, anche a prezzo esagerato. Sarà anche destinato a crescere, sarà anche l'ago della bilancia, come si affrettano a dire, nuovamente riuniti per l'occasione dopo essersi ignorati per l'intera campagna elettorale e all'alba della sua organizzazione, ma il famoso Terzo Polo nel giorno della grande scottatura del centro destra a Milano più lo guardi più si squaglia, più ne cerchi una presunta unità di vedute, progetto e perfino leaders, ovvero Casini lo scaltro, Fini lo smemorato, Rutelli il disorientato, meno lo trovi. Nei prossimi quindici giorni il termine Terzo Polo campeggerà come è giusto, ma attenzione, Casini lo scaltro lo sa bene con chi andare, con il centrodestra come fa ovunque gli serva. Rutelli non ha importanza numerica dove andrà, Fini lo smemorato starà a sentire le infatuazioni rosse di Bocchino e Granata, gli affondi pannelliani di Benedetto Della Vedova, la saggezza sia pur tardiva di Urso e Ronchi, poi andrà al mare, e per fortuna decideranno i suoi elettori se a Milano, che è il centro della contesa molto più di Napoli, vogliono Giuliano Pisapia come sindaco, se a Napoli gli piace Luigi De Magistris come primo cittadino per i prossimi cinque anni. Nel frattempo il famoso Terzo Polo soufflé il cui programma è come la Titina, e se la cerchi non la trovi, tirerà fuori dal cilindro e da numerose riunioni prandiali dei suoi dirigenti nientemeno che la libertà di voto, ovvero “è la mia prima occasione politica di contare, e decido di non giocarmela e di non contare”. Dice giustamente Sofia Ventura, futurista della prima ora poi disillusa che «con tutto il rispetto, il “politichese” di Italo Bocchino nei commenti ai risultati rappresenta con tutta evidenza l'ambiguità del progetto politico del Terzo Polo. Il Terzo Polo è andato male, questa è la verità». Ma a Bocchino di questo non gliene può fregare di meno, lui milita in un'altra squadra, quella dei falchi contro le colombe, quella che «il voto di Milano sancisce la fine del berlusconismo». «È evidente che siamo distinti e distanti da Pisapia e dalla Moratti - ha detto il numero due di Fli - Non dobbiamo scegliere con chi fare l'alleanza ma per cosa farla. Non siamo interessati ad alleanze politiche, non alle formule ma non è che possiamo fare la ruota di scorta di un berlusconismo che ci sembrava già in difficoltà». L'ala moderata guidata da Adolfo Urso da tempo ha invece fatto sapere che mai avrebbe dato sostegno ad un candidato della sinistra. Ieri ha subito precisato che è «normale» per il Terzo Polo la «convergenza sui candidati del centrodestra». «La battaglia, certamente coraggiosa e difficile, di Manfredi Palmeri a Milano e degli altri candidati del Nuovo Polo ha aperto una breccia per realizzare un nuovo centrodestra oggi piu che mai necessario. Da questo si può partire, se si è chiari, sulla collocazione ai ballottaggi». «Nelle democrazie dirette e bipolari - continua Urso - è normale che al secondo turno si converga sui candidati con i quali si hanno maggiori affinità culturali e politiche, quindi programmatiche. Ne discuteremo nelle prossime ore con gli altri amici per valutazioni comuni che, mi auguro, possano essere condivise dal Nuovo Polo e certamente dall'intero Fli». Quelle di Urso e Ronchi sono per Bocchino «posizioni personali». E il suo amico Granata è più preciso, «il cittadino Granata non avrebbe dubbi a votare al ballottaggio di Milano per Pisapia». Una parola di saggezza in tanta confusione mentale e politica la spende l'ex sindaco di Milano e ora vicino al Terzo Polo, Gabriele Albertini. «I loro elettori voteranno spontaneamente per la Moratti. Se vogliamo fare un quadro chiaro però, occorre costituire un'alleanza seria. Questo è il compito che dovrà essere assolto nei prossimi 15 giorni. Bisogna investire sulla continuità del progetto amministrativo». Oppure andarsene con Rifondazione comunista e i centri sociali a Milano, con la grande ammucchiata da Vendola a Di Pietro a Milano. Auguri. di Maia Giovanna Maglie