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Don Riccardo non risponde al gip. Padre spirituale: "Era strano"

Il parroco di Sestri Ponente interrogato a Genova per pedofilia e droga. Tace, ma intercettazioni lo incastrano

Giulio Bucchi
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"Don Riccardo Seppia era uno strano curato". A ricordare il parroco di Sestri Ponente arrestato per pedofilia (nella foto, a sinistra) è don Piercarlo Casassa, 73 anni, che lo ha 'cresciuto' nella carriera ecclesiastica. "Da ragazzo è stato un mio curato - ricorda don Piercarlo. Sono passati diversi anni, ma qualcosa di strano lo avevo già notato allora". La storia di violenze e droga fa riaffiorare i ricordi del passato: "L'incontro con quel giovane prete - attacca don Casassa - è stata una delle esperienze peggiori della mia vita. Si presentava in parrocchia soltanto al pomeriggio, dopo avere dormito tutta la mattina, poi spariva e trascorreva in giro gran parte della notte". Una cattiva impressione che però non ha dato seguito a misure disciplinari: "Ero andato in Curia, volevo segnalare il caso, chiedere consiglio su come comportarmi ma non ho mai avuto risposte...". PARROCO INTERROGATO - Lunedì mattina don Seppia è stato trasportato al carcere di Marassi per l'interrogatorio. Il sacerdote, che è stato sospeso dalla curia ed è difeso dall'avvocato Paolo Bonanni, non ha risposto alle domande del gip Annalisa Giacalone e del pm Stefano Puppo. Ci sono altre tre persone indagate. Si tratterebbe di un ex seminarista, di 40 anni, indagato per prostituzione minorile e che potrebbe avere avuto un ruolo nell'adescamento degli adolescenti, un commerciante genovese e un uomo di Milano di cui non si conosce ancora la professione, entrambi accusati di cessione di stupefacenti. Il giro di droga che avrebbe coinvolto il prelato aveva come centro Milano. Non solo. Secondo quanto si è appreso, tra i frequentatori di saune e palestre milanesi ci sarebbe stato anche don Riccardo. Questi non si sarebbe limitato a usufruire dei servizi sportivi o di benessere ma sarebbe stato anche acquirente di stupefacenti. Lo scopo non sarebbe stato quello di assumere la sostanza ma di offrirla ai ragazzini a Genova in cambio di prestazioni sessuali. Ai ragazzi faceva sapere di avere con sé la "neve" e li invitava ad andare a trovarlo a casa, proprio vicino alla chiesa dello Spirito Santo di via Calda, a Sestri Ponente. I carabinieri avrebbero intercettato anche telefonate e sms rivolti a conoscenti, tra i quali, sembra, anche l'ex seminarista indagato per prostituzione minorile, in cui commentava e descriveva i rapporti e gli incontri avuti con i ragazzi. In particolare, al centro dell'inchiesta ci sarebbero gli abusi subiti da un chierichetto della zona, di 16 anni; con lui il parroco avrebbe avuto rapporti orali. Chi ha ascoltato le intercettazioni parla di frasi "irripetibili". "RISPOSTE ADEGUATE" - E' la stessa Chiesa ad interrogarsi, ora, sull'ultimo caso di abusi sessuali avvenuti al proprio interno. La Congregazione per la dottrina della Fede chiede, in una circolare inviata alle Conferenze episcopali, di "dare una risposta adeguata" ai casi di pedofilia. L'abuso sessuale di minori è un "delitto canonico" ma anche un "crimine perseguito dall'autorità civile". La Chiesa e i vescovi, dunque, devono mostrarsi pronti "ad ascoltare le vittime e i loro familiari e impegnarsi nella loro assistenza spirituale".

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