Tremonti e le due Italie: "Meridione problema politico"
Il ministro: "Il Sud riceve i fondi ma non li spende, così va indietro". Poi lancia l'allarme: "Non vogliamo diventare un Paese diviso"
"La grande questione del Paese è la questione meridionale ed è un fatto politico". Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, intervenuto al convegno 'Crescere tra le righe' organizzato al Borgo la Bagnaia dall'Osservatorio permanente Giovani - Editori, punta il dito sul ritardo del Sud dal punto di vista dello sviluppo, un gap che pesa sullo Stato. "Il Nord Italia è la regione più ricca d'Europa, il Sud è una realtà che va indietro e non avanza. I fondi europei non vengono spesi e questo è un problema. Quest'anno stiamo rischiando di perdere 6 miliardi non spesi, ecco perché vorremmo usare quei soldi per il credito di imposta nel Mezzogiorno. La questione non è finanziaria, occorre sapere usare i fondi che ci sono già". REGGIO CALABRIA, ITALIA - La differenza produttiva ha origine in due fattori. Il sommerso e la carenza di infrastrutture. "Abbiamo un'economia che è in parte dominante ma abbiamo ancora una quota di economia illegale molto forte". E sui trasporti: "Da Milano a Roma in treno ci vogliono tre ore - ha sottolineato il ministro a titolo d'esempio -, da Reggio Calabria a Roma è meglio che non vi dica quante ore ci vogliono. I treni che vengono da Nord hanno i moscerini schiacciati, quelli che vengono da Sud hanno i moscerini tranquilli. Non è impossibile cambiare le cose, ma ci vuole tempo. Il Sud è troppo lontano. Siamo l'unica economia europea duale, ma non vogliamo diventare un Paese diviso. Per lo sviluppo tutto quello che viene dalle imprese va bene, basta che non costi per lo Stato". SPESA E DEBITO - Una delle ricette invocate dall'opposizione è il ricorso al debito pubblico per incentivare la crescita, "una medicina finita" secondo Tremonti. "La prima cosa che abbiamo fatto e che abbiamo continuato a fare - ha spiegato il ministro - è stato quello di tenere il bilancio dello Stato" perché, continua Tremonti, "non ci si può sognare di fare lo sviluppo con la spesa pubblica. L'unico sviluppo che si fa con la spesa pubblica è l'aumento della stessa spesa pubblica". Le risorse dell'Erario, illustra con orgoglio Tremonti, "sono finite tutte sul sociale, sugli ammortizzatori". Negli ultimi giorni è stata grande la polemica sul dcreto sviluppo, in particolare sulla questione delle spiagge. E qui il ministro non ci sta: "Abbiamo fatto un decreto l'altro giorno, è pittoresca quanta attenzione sia stata data al tema delle spiagge". "Delle spiagge - sottolinea - non me ne frega un tubo, posso dire ora. Quello che importa sono i distretti turistici".