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Gheddafi sfida il mondo "Non potete trovarmi"

IL MESSAGGIO AUDIO: "DOVE SONO NON MI RAGGIUNGERETE" Frattini: "Il colonnello forse è ferito, è in fuga ma ancora in Libia. Presto la cattura. Bombe? Tra poco lo stop". Brega, attacco Nato: 16 vittime tra i civili. Il patto nega: "Non ne sappiamo nulla"

Andrea Tempestini
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Muammar Gheddafi riappare, sia pure solo in voce. In un messaggio audio trasmesso alla tv di Stato libica, il Colonnello sfida la Nato e la comunità internazionale: "Dove sono non mi potete raggiungere, le bombe della Nato non possono colpirmi perché sono nel cuore di milioni di libici", annuncia trionfante. Non si sa ancora se la registrazione sia fresca o effettuata nei giorni scorso. Sta di fatto che, in pubblico, il leader libico non si fa vedere dall'1 maggio scorso. Per questo in molti hanno posto dubbi sulle sue condizioni di salute. Franco Frattini, in un'intervista al Corriere.tv, oggi ha azzardato: "Probabilmente è ferito". La notizia bomba della Farnesina è stata subito smentita dal portavoce del regime libico, Ibrahim Moussa. Secondo Frattini, il raìs è in fuga. Non dalla Libia, ma da Tripoli: la sua cattura è vicina. Il ministro ha ribadito: "Il Colonnello ormai è braccato dalle forze occidentali". Però uccidere il raìs "non è possibile, perché non lo prevede il mandato della risoluzione 1973 delle Nazioni Uniti", ha sottolineato. Sulla possibile fine dei combattimenti, il ministro degli Esteri ha spiegato: "Io non credo che manchi molto: la rassicurazione che tutti noi vogliamo è che si possa arrivare in tempi ragionevoli a un governo provvisorio di unità nazionale". "TRIBUNALE INTERNAZIONALE" - "Il momento chiave - ha aggiunto Frattini - è l'incriminazione, fra poche settimane e presumibilmente entro maggio, di Gheddafi davanti al Tribunale penale internazionale. I margini di manovra per un esilio in questo caso vengono meno perché quando c'è un ordine di arresto anche gli Stati vicini dovrebbero seguirlo". Ma Frattini chiude sull'ipotesi di un 'cessate il fuoco': "Non può essere finalizzato - spiega - a dividere la Libai in due", e se fosse fatto, sarebbe per il regime uno strumento con il quale "rafforzare il suo pezzo di territorio". MARONI: "SOLUZIONE POLITICA" - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, da par suo annuncia che "abbiamo sollecitato e solleciteremo ancora un'azione forte della diplomazia per porre fine alla guerra in Libia: non c'è altro modo per fermare gli sbarchi". Così il ministro leghista a margine della festa della polizia penitenziaria che si è svolta presso l'Arco di Costantino a Roma. Frattini ha detto di condividere l'appello di Maroni sulla necessità di trovare una soluzione politica, ribadendo però che "quello che non solo l'Italia dice, ma tutti i Paesi coinvolti" è che il cessate il fuoco non può "dividere la Libia in due". ATTACCO A BREGA - Intanto la Nato attacca Brega, e secondo quanto si è appreso, nella città della Libia orientale, si sarebbe registrato un "grande numero" di morti tra i civili. "Non so nulla di attacchi su Brega" ha infatti detto  il tenente colonnello Mike Bracken, mentre secondo fonti libiche le vittime complessive sarebbero almeno 16, alle quali si aggiungono almeno quaranta feriti. La tv nazionale, megafono delle forze lealiste di Muammar Gheddafi, ha mostrato le immagini di nove corpi straziati e avvolti dentro a lenzuoli bianchi. Nessun altra conferma è arrivata alla notizia del bombardamente e al relativo bilancio. SMENTITA DELLA NATO - "Non so nulla di attacchi su Brega". Il portavoce militare della Nato, il tenente colonnello Mike Bracken, ha risposto così ai cronisti che gli domandavano del bombardamento delle forze alleate sulla città libica, che avrebbe provocato la morte di civili. "Ci risulta - ha aggiunto Bracken - che sia stato compiuto invece un raid due notti fa a Tripoli, con il quale è stato distrutto un bunker C2, ovvero di comando e controllo". "REALI PROGRESSI" - I portavoce della Nato hanno fatto sapere che le missione militare in territorio libico sta facendo registrare "reali progressi". Carmen Romero ha specificato che la "macchina militare del regime di Gheddafi" ha subito una "distruzione significativa". Nel dettaglio, il Patto Atlantico ritiene che siano stati fatti "significativi miglioramenti a Misurata", dove mercoledì "non sono stati riportati attacchi ai civili" da parte delle forze lealiste.

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