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La resa di Hugh Laurie: "Uccido Dottor House"

Si gira l'ottava serie, poi arriva l'addio al telefilm cult: costri troppo alti. I fan di mezzo mondo sono sotto choc / MENZANI

Rosa Sirico
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Se abbiamo superato il brutto colpo di Lino Banfi che ha mollato il ruolo di Nonno Libero dopo sei stagioni, accetteremo con rassegnazione la notizia che l'attore americano Hugh Laurie, dopo otto anni,  butterà tra i panni sporchi il camice del mitico “Dr House”... Però, insomma, per i fan della serie il colpo è duro.  Se da un lato il telefilm è stato confermato per l'ottava edizione (da noi, la settima si è da poco conclusa su Italia 1), dall'altro l'attore che interpreta il medico cinico ma infallibile ha annunciato a Radio Times che «finisce lo show». Secondo i rumors, il motivo sarebbe da cercare nei costi. Ma è anche vero che ultimamente Laurie ha più soddisfazioni come cantante blues che come dottore televisivo. «La prossima stagione è la mia ultima, contrattualmente parlando: ora come ora, la fine dell'ottava stagione, sembra anche la fine dello show». Già quest'ultimo rinnovo è arrivato dopo settimane di trattative tra la Fox: voleva ridurre i costi di produzione e il cast, che alla fine ha dovuto rinunciare a un aumento di stipendio. Quello di Laurie si aggira intorno ai 250 mila dollari per episodio, un cachet che fa di lui la star più pagata della televisione Questioni di soldi, dunque. Ma non solo. Forse Laurie non ha più voglia di appoggiarsi a quel bastone consumato che l'ha sorretto tanti anni. A volte succede che quando trovi il vestito che ti calza a pennello dopo un po' ti stufi della perfezione. O della routine. «Fare un programma tv settimanale è come arruolarsi in marina. Vuol dire stare fuori casa 10 mesi all'anno», aveva ammesso.  Ma non è detto che poi non ci ritorni, in quell'abito impeccabile che è stata la sua consacrazione e la sua fortuna (bisogna dirlo: a parte “House”, Hugh non ha lasciato alcun segno né al cinema né in tv). Sean Connery, già dopo i primi James Bond aveva cercato altre strade, ma poi (ben remunerato) era tornato al servizio di Sua Maestà. In Italia, Luca Zingaretti si era stufato di Montalbano salvo poi ripensarci, con risultati straordinari. La pausa aveva giovato. Forse per Laurie essere il “Dr. House” non era più un divertimento. Da medico curava gli altri con efficacia e antipatia.  Ma quando la malattia è dentro di te la questione è diversa. Ha raccontato di aver avuto problemi di depressione e che fare musica, per lui, è la cura migliore. Oggi questa è la sua strada. Senza il camice bianco ma con una chitarra in mano. di Alessandra Menzani

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