Tremonti: "Il Sud non spende fondi. E' ora di cambiare"
Belpietro parla col ministro: "Nuovi amministratori sono su buona strada. Di fronte a crisi Italia ha tenuto botta"
Dopo le certificazioni positive che sono arrivate dal Fondo Monetario internazionale e dall'Ocse crecse l'ottimismo per i conti pubblici italiani. Il bilancio dello Stato è al centro del colloquio tra il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. L'intervista è stata trasmessa ne La Telefonata di Mattino 5. Il Fondo monetario e l'Ocse dicono che i conti pubblici sono solidi. E' un primo buon risultato dopo mesi di preoccupazione? Devo dire che anche l'opposizione lo riconosce. Io vorrei dire che non sono solo i conti pubblici. Quello che in questi tre anni ha fatto il governo Berlusconi non è solo tenere in ordine i conti pubblici, ma il bilancio dello Stato, della Repubblica italiana. Nel bilancio pubblico ci sono i vizi e le virtù dei popoli. Tenendolo, noi abbiamo tenuto e garantito il risparmio delle famiglie, la tenuta e la coesione sociale, abbiamo tenuto aperto il canale di finanziamento alle imprese. Questo ormai è il quarto anno della crisi: si parlava di caduta e rottura sociale. Non è stato così. Il Paese ha tenuto nel suo insieme. Certo, ci sono famiglie, aziende e settori che hanno sentito i colpi della crisi, ma nell'insieme l'Italia ha tenuto. E' merito degli italiani, dei lavoratori, degli imprenditori. Deriva da come siamo fatti: abbiamo l'Inps ma anche la famiglia. Nell'insieme il Paese ha tenuto, e questo in una crisi che non ha corrispondenti dalla fine della guerra. Il direttore del Fondo monetario riconosce che la crescita è solida, e comunque parla di crescita. L'Italia cresce lentamente ma cresce. Questo significa che siamo fuori dal tunnel? La crisi per me è come un mutante. Lo ho sempre detto, è come un videogame: arriva un mostro e lo mangi, e poi ne arriva un altro più grande di quello prima. Noi sappiamo cosa dobbiamo fare, poi vediamo come si sviluppano le cose nel mondo. Non dipende più da un governo solo o un Paese solo. L'Italia ha dei numeri di crescita, certo andiamo meno forte della Germania, che però cinque anni fa andava meno forte dell'Italia. Rispetto a inghilterra e Francia, i nostri ritmi di crescita sono più o meno uguali. Dicono di no i nostri detrattori, non del governo ma dell'Italia, ma i numeri sono più o meno tutti allineati. La particolarità dell'Italia è fatto da un tasso di evasione altissimo: il Paese tiene, ma tiene anche dal lato sbagliato dell'illegalità e dobbiamo ridurla. Inoltre, in tutta Europa, siamo l'unico Paese duale: il nord è la regione più ricca d'Europa, il sud ha degli enormi problemi. Lei ieri è stato nel Mezzogiorno, ha fatto un viaggio da Lamezia Terme a Reggio Calabria. Ma la Banca del Sud servirà a cambiare qualcosa? Io ho fatto il viaggio in treno tanto per capire di nuovo, e qualcosa stanno facendo. Il fatto è che da Milano a Roma vai in tre ore, da Reggio Calabria a Roma ci metti il doppio: non è giusto. Noi dobbiamo reinvestire sulle ferrovie, e qualcosa sta venendo fuori. I collegamenti mancano. La Banca del Mezzogiorno è stata appena autorizzata, e il mio sogno è che sia una grande banca per il piccolo credito, non deve fare alta finanza, per quello ci sono altri istituti. Questa deve fare il piccolo finanziamento a uno che deve ampliare la pizzeria, che vuole cambiare il frigorifero del suo negozio: il piccolo credito è fondamentale per tutte le economie. Il Mezzogiorno deve crescere, e non esiste una ricetta per tutta Italia: ci vuole una ricetta per il Sud. Il vero problema è che non mancano i soldi, ma che non vengono spesi. I fondi vanno da Roma a Bruxelles, ne trattiene una quota, poi vanno al Sud che non li spende e poi vengono mandati in altri Paesi. E' inaccettabile. Il tasso di utilizzo, se va bene, è del 10-20 per cento. Ci sono regioni che arrivano a malapena al 4 per cento. Questo non è accettabile. Quello che dobbiamo fare è usare i soldi che abbiamo, ma dobbiamo usarli davvero, e non dire che non ci sono e chiederne ancora di più. Ma si possono sanzionare gli amministratori che non li usano? La prima sanzione è il voto, mandarli a casa. I giovani, i nuovi governatori stanno facendo molto. Io sono andato in Calabira, ieri, e mi hanno fatto vedere che stanno iniziando i bilanci della sanità della regione. Prima non avevano nemmeno i bilanci. Credo che qualcosa si stia muovendo, ma non si può fare tutto in un giorno: si deve cominciare e continuare.