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A scuola obbligo di shampoo per i rom: è la 'guerra dei pidocchi'

La polemica: per il Pdl si tratta di vera e propria epidemia. L'istituto: "Non siamo in un lager: pure i ricci li hanno"

Andrea Tempestini
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Il fatto che siano fastidiosi non è mai stato in discussione. Il dibattito che da sempre appassiona di più però è un altro: provengono prevalentemente dalle chiome (in teoria) linde dei ricchi o da quelle, meno pulite, dei poveri? In tempi di multiculturalismo il dilemma va aggiornato così: gli untori che spargono i pidocchi in classe sono italiani o stranieri? La seconda, hanno risposto all'unisono Riccardo Corsetto, portavoce romano e delegato al XX municipio di Roma del “Movimento per l'Italia” di Daniela Santanché e il coordinatore laziale Fabio Sabbatani Schiuma. I quali, allarmati dall'epidemia dilagante nella scuola di via Baccano, nel quartiere romano di Labaro, hanno preso carta e penna per intimare ai bimbi di etnia rom un duplice obbligo: shampoo più frequente e capelli da tenere rigorosamente corti. «Non è un discorso razziale», puntualizzano in una nota, «però in questo caso specifico sembra che il problema sia stato causato dalla presenza dei ragazzini nomadi, che arrivano a scuola in condizioni disastrose». Da qui il consiglio: «Il problema andrebbe risolto a monte imponendo alle famiglie rom l'igiene basilare per i propri piccoli. Se cominciassimo col tagliare i capelli corti non sarebbe un danno». Apriti cielo. «Non siamo mica in un campo di concentramento», ha spiegato la vicepreside dell'istituto Anna Maria Guercini, «e poi non ho mai sentito lamentarsi nessuno della scarsa igiene dei rom». I nomadi in questa scuola sono 47 sui 637 alunni in totale, distribuiti tra asilo, elementari e medie, e provengono dal campo Roman River di Prima Porta, uno dei più attrezzati della Capitale con bagni e servizi. Prevedibile, quindi, che le dichiarazioni di Corsetto rinfocolassero l'antica questione del dispettoso parassita che insidia l'uomo dalla notte dei tempi, dalle mummie egiziane alla Bibbia che lo cita svariate volte. La prima reazione è arrivata dal Campidoglio: «I pidocchi», sostiene Fernando Aiuti, presidente della Commissione Politiche sanitarie di Roma Capitale, «colpiscono nei cosiddetti quartieri “bene” di Roma come delle periferie. Non ha senso quindi raccomandare capelli corti o norme igieniche particolari solo ai bambini rom. Tra le raccomandazioni errate, prescritte nella nota Mpi indirizzata alla scuola in oggetto, c'è poi l'utilizzo di “shampoo medici” che è stato appurato essere colpevoli dell'aumentata resistenza del parassita ai prodotti sinora ritenuti efficaci contro la pediculosi». Ma siccome la guerra rischia di deflagrare, dopo l'estate, ha promesso Aiuti, ne riparliamo. «Considerate le notizie poco scientifiche che circolano e i metodi non validati che vengono oggi proposti», è l'altra bordata, «la Commissione Politiche Sanitarie insieme a quella Politiche Scolastiche avvierà a settembre una campagna di corretta informazione, diretta al personale scolastico e alle famiglie, sui provvedimenti che devono essere adottati da tutti per la terapia e prevenzione dei pidocchi». Discorso chiuso? Ma neanche per sogno. «Chiunque sia stato bambino sa che il problema dei pidocchi è da sempre un classico dell'infanzia», hanno tuonato in una nota il deputato del Pd Jean-Leonard Touadi e il consigliere Paolo Masini, vicepresidente della Commissione Scuola del Comune, «sono piccoli parassiti che, per scegliere i loro obiettivi, non guardano provenienza, cultura, estrazione sociale, schieramento politico o reddito imponibile, dimostrando peraltro maggiore cultura democratica degli esponenti del movimento della Santanché». Pidocchi democratici, dunque? «Mi sembra una polemica sterile», spiega Giuseppe Alessandrini, medico dermatologo e specialista in malattie della pelle, «i pidocchi si propagano velocemente in luoghi come la scuola dove i bambini stanno fisicamente appiccicati per diverse ore al giorno. Se fosse vero quello che sostiene il movimento della Santanché allora al Sud, dove stranieri in classe non ce sono o sono pochissimi, il problema non dovrebbe esistere. Invece c'è eccome». E l'igiene personale? «È importante, certo», prosegue Alessandrini, «ma non basta a combatterne la diffusione che spesso ha carattere endemico». Non a caso gli ultimi studi dicono che il rapporto tra scarsa igiene e pediculosi non è mai stato provato e il pidocchio riesce a prosperare anche con normale pulizia. La guerra, scommettiamo, continuerà ancora… di Antonio Sanfrancesco

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