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Fmi: "Rischi sovrani per l'Italia". Sacconi: "Al riparo"

Allarme dal Fondo: "Dopo Irlanda trema la periferia dell'Eurozona". ll ministro: "Siamo stabili". Inflazione e pil, segnali di ripresa

Giulio Bucchi
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La crisi bancaria irlandese rischia di travolgere anche l'Italia. E' l'allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale nel Regional Economic Outlook sull'Europa. "Nel novembre 2010 è scoppiata una nuova ondata di turbolenze sul mercato. I rischi sovrani si sono intensificati di nuovo nei Paesi periferici della zona Euro, espandendosi ad altri Paesi, inclusi Belgio e Italia". Il rischio di un contagio "sull'economia reale è rimasto ampiamente confinato ai Paesi colpiti" dalla crisi, e cioè Irlanda, Grecia e Portogallo. E sulla situazione di Atene, secondo Antonio Borges, direttore dell'Fmi per l'Europa, assicura: "Non c'è necessità di una ristrutturazione del debito, il programma greco è ambizioso". In ogni caso, il Fondo monetario internazionale è pronto a fornire nuovi aiuti alla Grecia se necessario, oltre ai 110 miliardi di euro del pacchetto di salvataggio Ue-Fmi. "Tocca alla Grecia prendere l'iniziativa - ha detto Borges - e finora non lo ha fatto. Il Fondo è pronto". L'Fmi ha ricordato inoltre che "il consolidamento di bilancio e un rafforzamento dei bilanci delle banche sono cruciali per disinnescare i rischi". La sostenibilità del debito pubblico "è vitale per una soluzione che duri nel tempo contro le tensioni finanziarie della zona euro e per interrompere questo circolo vizioso tra debito sovrano e settore bancario". SACCONI OTTIMISTA - All'allarme lanciato dall'Fmi ha risposto il ministro del Welfare italiano Maurizio Sacconi: "Siamo al riparo dal contagio perché combiniamo una robusta disciplina di bilancio con la ricchezza della Nazione. Con l'instabilità del governo saremmo un Paese a rischio, ma per fortuna la stabilità c'è". Sacconi ha poi sottolineato: "Dobbiamo tenere ferma la barra della disciplina della finanza pubblica, l'Fmi ha apprezzato la stabilità italiana". SEGNALI DI RIPRESA - In generale, però, l'Europa 'vede' la ripresa. Secondo i dati forniti dall'Fmi, l'inflazione dovrebbe attestarsi al 2,3% nel 2011, per scendere poi al 1,7% nel 2012. Secondo il Fondo, "i significativi aumenti dei prezzi di alimenti ed energia saranno temporanei", e permetteranno di "aggirare la necessità di forti strette monetaria, che potrebbero colpire la ripresa". L'Fmi prevede un incremento del Pil dell'1,6% nel 2011 e dell'1,8% nel 2012.

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