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Da Colle in campo: "Così federalismo non va bene..."

Napolitano sempre più 'star' e sempre meno arbitro: "Io faccio quel che posso. Aula non è esecizio meschino"

Giulio Bucchi
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"Faccio quello che posso e che devo fare secondo la Costituzione". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scende ancora in campo e, intervenendo di fronte ai giovani studenti fiorentini al Salone dei 500, prova ad indicare la via delle riforme. Innanzitutto il federalismo fiscale, per cui però serve una verifica "poichè restano da misurare gli effetti del totale dei decreti e ci si deve eventualmente attivare anche con dei correttivi". Un avvertimento chiaro e tondo al governo e soprattutto al leader leghista Umberto Bossi. "FEDERALISMO DIFFERENTE" - Per il presidente è necessario andare verso un sistema delle autonomie che vada oltre l'aspetto fiscale: "Occorre anche una Camera delle Regioni e delle Autonomie per corresponsabilizzare i rappresentanti locali e regionali sui problemi del bilancio pubblico", evitando però "lo sgretolamento del sistema italiano". Napolitano, poi, dice la sua sul ruolo del Parlamento. "Esiste il problema di riqualificare, rimotivare i parlamenti nazionali e vorrei dire anche i parlamentari nazionali - ha spiegato il capo del Quirinale -. Occorre rilanciare il ruolo del Parlamento, che non è destinato a sparire e ridursi né a un esercizio povero e meschino delle sue facoltà". DONNE E QUOTA ROSA - Napolitano si è poi dilungato sul tema della rappresentanza femminile nelle istituzioni: "A vedere le piccoli percentuali di donne elette in Parlamento - sottolinea - in Italia cadono le braccia". Per i consigli di amministrazione delle aziende, ha spiegato, si è fatto ricorso alle quote rosa: "Un metodo sbrigativo ma efficace - taglia corto -, sarebbe meglio dare prove collettive di impegno". Per il Capo dello Stato, dare più spazio alle donne significa anche riconoscere i loro meriti: "Vorrà pur dire qualcosa il fatto che siano sempre di più le donne a vincere in maggioranza nei concorsi pubblici, anche nell'ultimo concorso in magistratura". GUERRA IN LIBIA - Sul caso Libia, infine, Napolitano ha precisato che "l'Italia non ha dichiarato guerra a nessuno. Ritengo che non ci potessimo sottrarre all'interveno militare - ha spiegato - perché avviene sotto l'egida dell'Onu e nel Consiglio di sicurezza nessun Paese ha messo il veto, ma alcuni si sono astenuti", ha concluso.

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