Giro: chiodi sulla strada. Weylandt: "Morto sul colpo"
Imprevisto a Livorno. La corsa ricorda il belga: i compagni della Leopard primi al traguardo. I risultati dell'autopsia / FOTO / VIDEO
I corridori del team Leopard hanno tagliato insieme il traguardo di Livorno per onorare la memoria di Wouter Weylandt, come annunciato da Angelo Zomegnan, direttore generale del Giro d'Italia a Sky Sport24. Così, oggi, nella quarta tappa della corsa Rosa, la carovana ha ricordato il ciclista belga della Leopard morto lunedì a 20 km da Rapallo in un drammatico incidente. Ma la corsa ha registrato oggi un altro macabro imprevisto: chiodi sono stati trovati questa mattina in un tratto del tracciato a Livorno. Si pensa ad un gesto intenzionale, perché la quantità dei chiodi è tale da far escludere la caduta accidentale da qualche veicolo. Il ritrovamento è avvenuto in un tratto dell'Aurelia tra Ardenza e l'inizio della salita di Montenero (in tutto circa un centinaio di metri). Gli addetti alla sicurezza sono intervenuti e la corsa, come sempre, va avanti. CONFERME DALL'AUTOPSIA - Un minuto di raccoglimento prima della partenza è stata l'unica concessione al programma del Giro: nessuna giornata di sosta, tanto meno sospensione della corsa. Perché, in fondo, l'organizzazione del Giro (così come il ciclismo) non ha avuto colpe. "Weylandt indossava il casco, che una protezione la dà. Ma quando si batte la testa a quelle velocità c'è poco da fare. E' come un motociclista che va a duecento all'ora, contro certi rischi non si può fare nulla", spiega a La Stampa l'ex campione Gianni Bugno, presidente del sindacato mondiale dei corridori. A confermare la fatalità dell'accaduto anche l'autopsia terminata in giornata: secondo il medico legale Armando Mannucci, il 27enne "è morto sul colpo e non ha sofferto". In mattinata il padre di Weylandt si era recato nella camera mortuaria dell'ospedale di Lavagna per il riconoscimento del corpo del figlio. Weylandt senior è arrivato su un'auto della team Leopard accompagnato da alcuni dirigenti. Facce tese e commozione, ma il giro continua: il servizio su LiberoTv IL GIRO CONTINUA - La tappa è comunque partita in un clima mesto, tra facce tristi. Quella che doveva essere la tappa della feste per i 150 anni dell'Unità d'Italia - con la partenza a Quarto dei Mille, da dove salparono le camicie rosse di Garibaldi - si è trasformata in un evento triste, in un lutto. Ad accompagnare i corridori a lato della strada c'erano poche persone, e tra i ciclisti le facce erano tirare: tutti loro hanno un lutto al braccio. Il gruppo si è disposto su tre file, con il team Leopard-Trek che, come era stato annunciato, si è messo in testa. Dietro ai compagni di Weylandt la maglia rosa, quindi il resto del gruppo. Un lungo applauso ha accompagnato le prime pedalate della quarta tappa. Cari lettori, inviate le vostre fotografie all'indirizzo [email protected], accompagnate da nome, cognome e luogo dello scatto Le pubblicheremo su libero-news.it