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Bossi sfida Silvio: "La Lega si tiene l'Italia in pugno"

Umberto: "No a governi tecnici, il mio è alleato è Berlusconi. Ma per fare qualcosa serve il nostro sì"

Giulio Bucchi
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Bossi fa il gioco duro. Prima, sprezzantemente, etichetta Gianfranco Fini con uno "str..." (e uno), quindi avverte Silvio Berlusconi: "La Lega ha quasi in mano il Paese: Berlusconi può fare, ma deve avere l'accordo della Lega". Un messaggio chiaro, in attesa delle amministrative e in attesa dei futuri passi parlamentari. "Berlusconi è Berlusconi e il mio alleato è lui", si affretta a precisare il leader del Carroccio, che definisce una str..." (e due) l'idea di una sua funzione anti-Cav nell'alleanza. Vero è che, per fini elettorali o meno, Bossi si sta smarcando dal premier. Prima con le scuse al presidente Napolitano, quindi con il distinguo sui pm ("Non si può dire che siano tutti str...", e tre) e le orecchie da mercante sulla commissione d'inchiesta sulla Procura di Milano ("Non so che cosa sia"). Però l'asse Bossi-Berlusconi rimane l'unico possibile, sia pure passibile di 'cambi di peso'. Di alternative, infatti, non se ne vedono: "Non siamo scemi, un governo tecnico ci fa arrivare tutti i clandestini del mondo". La condizione è una sola: che il presidente del Consiglio accontenti la Lega su alcune questioni cruciali. Bossi giò si sfrega la mani: "So che Berlusconi ha iniziato a dire che bisogna ridurre un po' la partecipazione alle missioni internazionali e questo è positivo, perché ci costano moltissimo". Insomma, "Berlusconi può fare, ma deve avere l'accordo della Lega".

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