Contro il 'partito dei Pm' è pronta una Commissione
Berlusconi: "Istituire un gruppo di verifica: ipotesi di un gruppo per delinquere tra le toghe". La proposta è già stata depostitata. Insorgono Anm e opposizione
Conversando con i giornalisti in una pausa del processo Mills, Silvio Berlusconi, tornando sul botta e risposta con Umberto Bossi, ha ribadito che "i magistrati sono il cancro della democrazia", sottolineando come "i 24 processi in cui sono stato assolto costituiscono una persecuzione". Per questo motivo, il presidente del Consiglio ha chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta "per verificare se ci sia un'associazione per fini a delinquere" tra le toghe di Milano. "D'altra parte - ha aggiunto - i giudici che indagano su di me sono sempre gli stessi". "MAGISTRATURA POLITICIZZATA" - E la proposta lanciata dal premier aveva già preso forma in una proposta del Pdl alla Camera. Secondo la bozza che ha come prima firmataria Iole Santelli, sono cinque le circostanze che la Commissione deve verificare, considerato il fenomeno della "politicizzazione di parte della magistratura e della caratterizzazione - si legge nella relazione di accompagnamento - di una corrente della stessa come un autentico soggetto politico che si propone di modificare il sistema politico e di trasformare radicalmente il sistema economico". I CINQUE PUNTI - Il testo, presentato il 4 febbraio del 2010, prevede che in dodici mesi si accertino le disfunzioni che "hanno eventualmente leso i diritti fondamentali dei cittadini garantiti dalla Costituzione"; l'eventuale "presenza all'interno dell'ordine giudiziari di orientamenti politico-ideologici e di rapporti di interdipendenza con forze politiche parlamentari o extraparlamentari"; "l'eventuale influenza di motivazioni politiche sui comportamenti delle autorità giudiziarie"; le conseguenti "deviazioni della giustizia determinate dalla gestione politicamente mirata dell'esercizio dell'azione penale"; la "effettività del principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale e l'eventuale esistenza di un esercizio discretzionale e selettivo della funzione giudiziaria"; gli "eventuali tentativi di interferenza di magistrati, singoli o associati, con l'attività di governo, in contrasto con il principio costituzionale della separazione dei poteri". SOVRANITA' AL POPOLO - La Commissione parlamentare d'inchiesta, viene spiegato, nello svolgimento della propria indagine dovrà tenere presente il principio che nel nostro ordinamento democratico la sovranità appartiene al popolo e, quindi, anche l'amministrazione della giustizia deve essere esercitata nel rispetto assoluto di questo principio e mai contro una parte dei cittadini e in favore di altri. BRUNETTA: "NEGARLA E' ANTIDEMOCRATICO" - Sull'ipotesi di costituire una Commissione è interventuo il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. "Penso che in questi anni ci siano state aree di oscurità anche nei comportamenti della magistratura - ha sottolineato -. Le commissioni d'inchiesta sono previste dalla normativa, il Parlamento ha il potere di chiedere di farle e penso che escluderle sia antidemocratico". LEONE: "BASTA CON IMPUNITA'" - Per Antonio Leone, vicepresidente Pdl alla Camera, "negare una commissione parlamentare d'inchiesta sull'operato di alcuni pubblici ministeri significa riconoscere alla magistratura un'immunità e un'impunità che la categoria si è già ampiamente attribuita. Che la Finocchiaro e motli esponenti del centrosinistra giudichino la sacrosanta richiesta di Berlusconi un'offesa al sacrificio di tanti magistrati caduti per mano dei terroristi - sottolinea - è pura demagogia. Proprio quei martiri, giustamente celebrati oggi al Quirinale nella giornata dedicata al loro ricordo, avrebbero accettato senza esitazioni una commissione d'inchiesta, consapevoli di aver agito sempre nel rispetto della legge", conclude Leone. INSORGONO OPPOSIZIONE E ANM - Ovvia, invece, la levata di scudi dell'opposizione. Il leader dell'Api, Francesco Rutelli, liquida l'idea-Commissione dichiarando che "non ci perderei nemmeno un miuto. Pensi a governare - ha aggiunto - e faccia le riforme che servono al Paese". Il dipietrista Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera, si è esibito con il solito ritornello: "Berlusconi non ha rispetto della democrazia e delle istituzioni. Per lui trascinare nel gorgo di una campagna fatta di odio e di fango tutto, il presidente della Repubblica e i magistrati - conclude - non è importante. L'importante è solo ottenere il risultato di dare una stampella al suo governo che ormai ha una maggioranza solo in Parlamento, perché nel Paese reale non ce l'ha più". Quindi le proteste di Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe: "Basta ad inutili insulti e invettive. Non vogliamo essere trascinati su un terreno di scontro".