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Lampedusa, tre morti. Polemica Nato-stampa Gb

Cadaveri sugli scogli dopo l'eroico sforzo degli italiani. Il Guardian: "Le Nazioni Unite hanno negato il soccorso a barcone alla deriva"

Andrea Tempestini
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Tre cadaveri sono stati recuperati sotto un barcone che si era incagliato domenica sugli scogli di Lampedusa. La notizia è stata riferita dal Comando generale delle Capitanerie di Porto. Sul luogo sono intervenuti i sommozzatori e altro personale della Guardia costiera. Uno dei tre corpi è di un giovane, di circa 25 anni,  mentre degli altri due ancora non si hanno notizie: tutti e tre sono stati portati a terra. L'eroico sforzo dei lampedusani per salvare i naufraghi è riuscito ad evitare una tragedia, ma tre vite sono state comunque spezzate. Nella giornata di domenica, infatti, dopo che il barcone si era incagliato, diversi isolani non avevano esitato a lanciarsi in mare pur di soccorrere i migranti. Proprio mentre vengono recuperati gli ultimi tre cadaveri, monta la polemica tra l'Onu e la stampa britannica, che accusa l'organizzazione di aver negato il soccorso a un barcone proprio al largo di Lampedusa. Trovati tre cadaveri e polemica Onu-stampa Gb: guarda il servizio su LiberoTV L'INCHIESTA DEL GUARDIAN - Secondo un'inchiesta del quotidiano inglese The Guardian, la Nato avrebbe negato il soccorso a un barcone al largo di Lampedusa. Secondo il quotidiano britannico "decine di migranti africani sono stati lasciati morire di fame e di sete nel mar Mediterraneo" perché unità europee e della Nato avrebbero ignorato le richieste di aiuto. La vicenda risale a fine marzo, quando un natante con 72 persone a bordo avrebbe avuto problemi a raggiungere Lampedusa. La polemica monta con la testimonianza di padre Moses Zerai (prete eritreo che vive a Roma), il quale avrebbe mantenuto i contatti con i migranti finché è stato possibile. "Più di 60 persone sono morte perché si è abdicato alle proprie responsabilità - ha denunciato il prete  - questo è un crimine". Stando al The Guardian, la barca lasciò Tripoli il 25 marzo diretta a Lampedusa. I problemi cominciarono dopo 18 ore di navigazione: i migranti contattarono allora padre Moses Zerai che a sua volta si mise in contatto con la Guardia costiera italiana. Localizzato l'imbarcazione, venne inviato un elicottero con acqua e cibo. Poi però non arrivò alcun soccorso.  La barca aveva solo 20 litri di carburante e presto rimase in balia delle correnti. LO SCARICABARILE - "Avevamo allertato Malta che la nave si stava dirigendo nella sua zona di competenza" ha dichiarato un ufficiale italiano. Da parte loro, le autorità maltesi hanno negato ogni coinvolgimento nella vicenda. Il barcone, inoltre, si è ritrovato accanto a una portaerei della Nato, ma nessuno intervenne. Stando alle ricerche condotte dal quotidiano britannico, la portaerei in questione sarebbe la francese Charles de Gaulle.  La Nato ha però chiarito di non aver avuto alcuna notizia riguardo a navi in pericolo o incidenti. Solo 11 profughi sopravvissero a 16 giorni di deriva.

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