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Morte Osama, zittiti gli scettici. "Ma così non mi diverto"

Il Bestiario di Giampaolo Pansa. "Dalle Torri all'uccisione di Bin Laden, a negare sempre gli stessi: chi tifava Urss. Ma senza complottisti che noia..."

Andrea Tempestini
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Anch'io nel mio piccolo ho una certa esperienza di complotti inesistenti e delle bugie che servono a costruirli. Nel 2003, quando uscì il mio “Sangue dei vinti”, le sinistre sostennero che era il frutto di una cospirazione. Gli scopi erano tanti e tutti nefandi. Avevo scritto quel libro per obbedire a un ordine di Silvio Berlusconi. Per diffamare la Resistenza. Per fare un sacco di soldi. Perché i reduci della Repubblica sociale mi avevano commissionato il lavoro, pagandomi una cifra iperbolica. Infine mio nonno era un fascista, pur essendo morto nel 1902. C'è sempre qualcuno pronto a credere alle fantasie che gli fanno comodo. E s'immagina di continuo favole per spiegare vicende che non gli piacciono o fanno a pugni con le sue convinzioni. Si tratta di gente che senza complotti non si diverte. È una specie umana che abbonda in tutto il mondo e dunque anche in Italia. Lo si è visto ancora una volta dopo l'uccisione di Osama Bin Laden. La malattia del complottismo è riemersa con la prepotenza delle invenzioni più stolte che servono a illudere quanti credono di essere i più furbi. E sono orgogliosi di poter gridare che loro non si fanno ingannare dalle falsità che i potenti della terra spacciano per tanti motivi oscuri. A cominciare da quello di soggiogare l'umanità ai loro sporchi interessi. Me ne sono reso conto la sera di giovedì 5 maggio quando ho partecipato come ospite a una puntata di “Matrix” , il programma di Canale 5 guidato da Alessandro Banfi e condotto in studio da Alessio Vinci. Lì sono state passate in rassegna alcune  delle tante fantasie che i tifosi del complottismo raccontano di continuo. Confesso che in gran parte non le conoscevo. E sono rimasto colpito nel sentirle sciorinare da altri ospiti, con la certezza di chi le ritiene verità a prova di bomba. Ne volete un piccolo campionario? L'11 settembre 2001 le Torri Gemelle non sono state abbattute dai due aerei di Al Qaeda, bensì dal governo degli Stati Uniti, non si sa per quale ragione. Bin Laden non è stato ucciso nell'incursione dei commandos americani poiché aveva già tirato le cuoia anni prima: il cadavere era stato ibernato e nel bunker pakistano viveva un sosia. L'assalto a quel fortino non è mai avvenuto. Il governo di Barack Obama si è inventato tutto. Anche la fotografia ormai famosa della Situation Room, dove il presidente Usa e i suoi collaboratori attendono con ansia l'esito dell'operazione, è un trucco: un set cinematografico ideato per gabbare il mondo. Questa è soltanto una minima parte delle favole che circolano su internet. Una  bolla fantastica che, tuttavia, ha un difettuccio. Manca di una spiegazione del perché le cose si sarebbero svolte in quel modo. E non come sostengono, con molte prove, le versioni assai più accettabili. Tutta la baracca mi ha riportato all'infanzia. Quando ero bambino, mia nonna Caterina ci raccontava che nella notte fra il 1° e il 2 novembre i morti venivano a far visita a noi vivi. Per questo bisognava accoglierli con amicizia. Mettendo sulla ringhiera di casa nostra due piatti di castagne bollite e due bicchieri di vinello. La mattina successiva piatti e bicchieri erano vuoti, poiché i morti avevano mangiato e bevuto.  La nonna mi diceva, raggiante: «Hai visto che avevo ragione?». Subito dopo, però, entrava in crisi davanti alla domanda che da bambino curioso le rivolgevo: «Perché i morti vengono a trovarci?». A quel punto, lei non sapeva rispondere e mi strillava, incavolata: «Vuoi sempre sapere troppo, Giampa. Vai a insaccare il fumo!». Un modo di dire dialettale rivolto al rompiscatole per incitarlo a dedicarsi a un'altra impresa inutile.  Eppure quella domandina, «perché?», svela il lato debole del complottismo. Già, perché le tragedie mondiali dovrebbero essersi svolte come sostengono le favole dei super dietrologi? Per quale motivo il governo degli Stati Uniti avrebbe deciso di abbattere le Torri Gemelle, ammazzando qualche migliaio di cittadini americani? Una spiegazione convincente non ci viene mai offerta. E questo obbliga le persone normali, come il sottoscritto e tanti altri, a tentare qualche riflessione. Qui mi limiterò a una soltanto. Il potere, comunque si manifesti, suscita sempre diffidenza. Quando viene esercitato da qualche colosso mondiale, il non credere a ciò che dice è un atteggiamento diffuso. Non sempre negativo, perché la diffidenza è anche un modo per difendersi da una forza troppo più grande del cittadino qualunque. Ma tutto ha un limite. Lo debbono avere le menzogne di Stato, ma pure l'esercizio della dietrologia fantastica. Opporre grandi favole a grandi bugie non conduce a niente di positivo. Se poi la faccenda riguarda gli Stati Uniti, entra in gioco un negazionismo intriso di ostilità politica. Anche governata dai democratici e da un presidente come Barack Obama, l'America resta per molti l'Impero del Male. Capace di qualsiasi nefandezza. Non a caso i complottisti più tenaci li trovi nella sinistra archeologica. Quella che, in passato, ha sempre tifato per l'Impero del Bene, l'Unione Sovietica.  Mi sbaglio? Penso di no. Comunque ritengo che il presidente Obama dovrebbe mostrare al mondo le fotografie di Bin Laden ucciso. L'umanità è abituata agli orrori. Per quanto mi riguarda, se ripenso al terribile 11 settembre 2001, niente mi sembrerà pari all'angoscia che ho provato quel giorno. Quando vidi alla televisione tanti esseri umani gettarsi dalle Torri Gemelle. Per non bruciare vivi nell'incendio appiccato dagli aerei mandati su New York dal capo di Al Qaeda. di Giampaolo Pansa

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