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Distinguo di Bossi: "Non tutti toghe sono un cancro"

Il Senatùr risponde al Cav, che aveva parlato di pm in guerra. Poi Berlusconi: "Solo quelli di Milano". Fini all'attacco

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi, sabato dal palco del Palasharp di Milano, era tornato a pungere i pm: "Un cancro da estirpare". Il suo affondo, però, è stato respinto dall'alleato, Umberto Bossi, che prende le distanze da quanto dichiarato dal Cav. "Io non penso quella roba lì", ovvero che le toghe siano un cancro, spiega il Senatùr. CIELO SERENO - Sui rapporti tra Lega e Pdl, però, il leader del Carroccio spiega che "sono buoni, stiamo bene, ogni tanto ci sono delle diversità come sulla guerra in Libia". Poi il Senatùr rimarca le conquiste federaliste: "Non è stata un'impresa facile, ma con l'ultima firma di Napolitano l'ultimo atto dal punto di vista legislativo si è concluso. E' un risultato storico". CAV: "SOLO PM MILANESI" - Dopo le dichiarazioni di Bossi, Berlusconi è voluto tornare sulle sue parole per spiegare che "a Milano parlavo dei pm milanesi, non dei giudici. Anzi - ha proseguito il premier - ho sottolineato che le accuse che mi vengono rivolte dai pm non hanno poi trovato rispondenza nelle decisioni dei giudici". FINI ALL'ATTACCO - A stigmatizzare le parole di Berlusconi, puntuale, è arrivato l'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini. "Non posso pensare che il presidente del Consiglio si scagli contro i magistrati delegittimando tutto il corpo della magistratura". Il leader di Futuro e Libertà ha comunque sottolineato che "tutte le opposizioni devono smetterla di pensare che Berlusconi possa esser battuto per via giudiziaria. Perde credibilità perché promette cose che non mantiene mai, non perché ha questo o quel processo in corso".

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