L'Europa vuole le spiagge italiane: "Sorpresi dal dl"
L'Ue: "Se arenili sono sul mercato abbiamo diritto a partecipare al banchetto". La Brambilla: "Tuteliamo le coste e il nostro turismo"
L'Unione Europea pretende il suo posto al sole sulle spiagge italiane. Anzi, una bella fetta di spiagge. L'Ue chiederà chiarimenti al governo italiano sul decreto che concede gli arenili in concessione per 90 anni. "Se le notizie riportate dala stampa - fa sapere Chantal Hughes, portavoce del commissario al Mercato interno Michel Barnier -, la Commissione europea sarebbe molto sorpresa perché il provvedimento non sarebbe conforme con le regole del Mercato unico europeo". "Quello che ci inquieta in particolare - ha precisato la funzionaria di Bruxelles - è se alla fine del periodo di concessione non ci sia il diritto quasi automatico per il concessionario ad ottenere il rinnovo". La questione è regolata dall'articolo 12 della direttiva Bolkestein del 2006, secondo cui le concessioni devono essere "rilasciate per una durata limitata adeguata e non possono prevedere la procedura di rinnovo automatico né accordare altri vantaggi al prestatore uscente o a persone che con tale prestatore abbiano particolari legami". POSTO AL SOLE - Il punto, sottolinea la Hughese, è "che siamo in Europa e che, se si mettono le spiagge sul mercato, chiunque faccia parte della Ue ha diritto a partecipare al banchetto". Il decreto, di fatto, viene considerato da Bruxelles una forma di protezione del "territorio italiano dalle imprese straniere che vengono a colonizzare le nostre spiagge". Protesta anche il Codacons: "E' evidente - sottolinea l'associazione consumatori - che concedere il diritto di superficie per 90 anni è l'opposto di garantire la libera concorrenza oltre ad essere contrario alla normativa europea. Con il 'piano spiagge' il gioverno è riuscito nell'impresa di consentire la cementificazione, senza nemmeno avere in contropartita la garanzia di poter migliorare l'offerta turistica". TUTELA DEL TURISMO - "La nostra preoccupazione è quella di tutelare le nostre coste, i malintesi saranno chiariti", chiarisce il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla rispondendo agli ambientalisti e, indirettamente, all'Ue. "Il testo del dl non è ancora stato diffuso, ci può essere un malinteso ma - spiega la Brambilla - non ci deve essere preoccupazione perché tutto avviene nel rispetto delle norme di legge che tutelano l'ambiente". L'obiettivo del governo è quello di incentivare "lo sviluppo del settore tramite il rilancio del turismo del mare, che rappresenta il primo prodotto turistico italiano e garantire agli imprenditori "la continuità e le certezza dei loro investimenti e delle loro attività", fatto salvo il diritto per chiunque di fare ancora un bagno, con, come si legge nel dl, "libero accesso e fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione".