Al Qaeda: "Osama ucciso. Sugli Usa sangue e morte"
I siti dell'Islam radicale: "Ora nuova ondata di terrore". Presto l'ultimo messaggio dello Sceicco. Poi minacce anche dai Talebani. La Cia: "Nel pc piano contro i treni"
Foto o non foto, Osama Bin Laden è morto. E se la conferma arriva da un comunicato pubblicato su diversi siti vicini ad al Qaeda, la notizia non può più essere messa più in discussione, nemmeno dai più irriducibili teorici del complotto. Anche la frangia più estrema del mondo islamico, ora, lo ha riconosciuto: lo sceicco del terrore è stato eliminato dai Navy Seals americani nel blitz di Abbottabad. MINACCE AGLI USA - La rete terroristica ha definito l'uccisione di Bin Laden "una maledizione che si abbatterà sugli americani e i loro agenti" e promette: "Il sangue dello sceicco santo guerriero non sarà sprecato, è prezioso per noi e per tutti i musulmani. Noi resteremo una maledizione per gli americani e per i loro agenti, li seguiremo dentro e fuori i loro Paesi". Poi la minaccia si fa ancora più esplicita e violenta: "Presto, Dio volendo, la loro felicità si tramuterà in tristezza. Il loro sangue sarà mescolato alle loro lacrime". Quindi l'invito alla popolazione del Pakistan: "Rivoltatevi contro i leader del Paese. Invitiamo la nostra gente musulmana del Pakistan a sollevarsi e rivoltarsi per eliminare questa macchia di vergogna con cui è stata sporcata da una cricca di traditori e ladri. Ripulite il vostro Paese dalla sporcizia portata dagli americani che vi hanno diffuso la corruzione". Al Qaeda poi annuncia che diffonderà un messaggio audio dello sceicco, registrato soltanto sette giorni prima della sua morte. Il comunicato di al Qaeda, si è appreso, è stato rintracciato dal sito di monitoraggio statunitense Site. Dopo al Qaeda anche i talebani minacciano di vendicare la morte di Osama bin Laden. L'eliminazione del fondatore di al Qaeda da parte degli Usa darà "nuovo impeto" alla lotta in Afghanistan contro gli "invasori" stranieri, hanno dichiarato i talebani in un comunicato diffuso nella serata di venerdì. "CI SARA' UN NUOVO OSAMA' - “Gli americani con i propri media, immagini di guerra, intelligence e apparati non uccideranno tutto quello per cui ha vissuto lo sceicco Osama. Lo sceicco Osama nonha creato un'organizzazione che possa morire dopo il suo decesso. L'organizzazione che ha creato Osama è in grado di far nascere altri uomini ed eroi del suo calibro”. Continuano così le elucubrazioni dell'organizzazione terroristica, che poi sostiene che se "gli americani sono stati in grado di uccidere Osama, tutto ciò non viene visto come una vergogna: l'uccisione degli uomini e degli eroi avviene solo nei luoghi di battaglia". Al Qaeda si congratula poi con "la Nazione dell'Islam per il martirio del proprio figlio Osama dopo una vita piena di sforzi, determinazione e jihad. E' finita la vita dello sceicco in questa epoca, ma rimangono il suo sangue, le sue parole e le sue posizioni come linfa vitale che scorre nelle vene delle generazioni islamiche. Queste generazioni hanno capito che la leadership non è un titolo che viene acquisito e i principi non sono parole dette e messe in bocca". AP CONTRO OBAMA: "VOGLIAMO FOTO" - La decisione di Barack Obama di non diffondere le foto del cadavere di Bin Laden, intanto, continua a sollevare polemiche negli Stati Uniti (leggi il dibattito tra Filippo Facci e Giordano Tedoldi). Ora scendono in campo anche i massimi livelli dell'informazione: l'Associated Press, la prima agenzia di stampa Usa, non ci sta e sfida apertamente la Casa Bianca. L'Ap vuole quelle immagini, invocando il rispetto, anche da parte dello stesso Barack Obama, del Foia, il Freedom of Information Act, la legge americana che regola la libertà e la trasparenza dell'informazione. Scott Hodes, avvocato specializzato in questioni relative al diritto di cronaca, ha sottolineato: "Lo status legale di quegli scatti è quanto meno incerto: la legge non può automaticamente applicarsi alla Casa Bianca, come alla Cia, visto che loro hanno avuto il controllo materiale della missione". L'Ap, inoltre, ribadendo la richiesta, ha sottolineato come "l'amministrazione Obama ha sempre amato definirsi la più trasparende nella storia degli Stati Uniti". Poi la frecciata: "Ma in verità, in questo senso, in passato fece molto di più l'amministrazione Bush". ATTENTATO AI TRENI - La Cia prosegue freneticamente nell'analisi dei pc del leader di al Qaeda, e quello che ha scoperto è terrificante: lo sceicco aveva pianificato un attentato ai treni Usa 10 esattamente dieci anni dopo quello delle Torri Gemelle. Il progetto dei terroristi islamici, rivela il network americano Abc, era quello di far deragliare in località imprecisate diversi convogli in occasione del decennale dell'11 settembre. Non un pericolo concreto, a quanto pare, visto che da una prima analisi dei documenti segreti di Osama, datati febbraio 2010, non risulta che il complotto fosse stato ancora avviato. Di certo, però, una segnale d'allarme: al Qaeda era ancora viva. Il portavoce del dipartimento della Sicurezza interna a stelle e strisce, Matt Chandler, ha chiarito che si tratta di un rapporto "ancora sommario e che potrà essere soggetto di cambiamenti". "Alto livello di vigilanza", dunque, ma senza "gli estremi per un allarme. Vogliamo però avvisare i nostri partner del presunto complotto". GUARDATO A VISTA - Intanto emergono nuovi dettagli sul blitz che ha portato alla cattura del numero uno del terrorismo islamico. Alcuni funzionari americani, citati dal Washington Post, hanno rivelato che per mesi un piccolo team di agenti della Cia è rimasto appostato in un covo vicino alla villetta di Abbottabad dove era rifugiato bin Laden. La base è stata usata per operazioni di raccolta di dati di intelligence, operazioni in cui si è fatto affidamento tra gli altri anche ad informatori pakistani. I dati assemblati sono serviti a tracciare un profilo delle persone che occupavano la villetta e le attività che quotidianamente vi si svolgevano. Per arrivare a questo scopo sono stati utilizzati tutti i mezzi possibili, dalle immagini satellitari alle intercettazioni ambientali. Uno sforzo così ampio e capillare da spingere la Cia nel dicembre scorso a presentarsi al Congresso per assicurarsi di poter disporre del denaro necessario a finanziarlo. Il covo della Cia ad Abbottabad, spiegano le fonti al Washington Post, non ha svolto alcun ruolo diretto nella realizzazione del raid. Da allora è stato smantellato, in parte per motivi di sicurezza, in parte perché l'operazione è considerata conclusa.