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Hamas e Fatah, sì al patto: "Uniti contro Israele"

Storico accordo tra i 'moderati' e gli estremisti in salsa anti-sionista: Netanyahu: "Vince il fondamentalismo"

Andrea Tempestini
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Nelle strade della Palestinia la popolazione dei territori festeggia l'accordo di riconciliazione firmato al Cairo tra i laici di Al Fatah, l'organizzazione estremista Hamas e le altre undici fazioni palestinesi. In buona sostanza, si festeggia la ritrovata unità contro il nemico: Israele. Da Tel Aviv non può che arrivare una dura condanna all'accordo. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu prevede tempi bui e un riacutizzarsi dell'allarme terrorismo. Circa l'intesa, da Londra, ha dichiarato: "E' un duro colpo per la pace e una grande vittoria per il terrorismo". "Il patto tra al Fatah e Hamas": guarda il video su LiberoTV GIUBILO IN PALESTINA - Ma intanto, in Palestina, le scene di giubilo si sprecano: sono state segnalate in Cisgiordania - controllata dall'Autorità nazionale palestinese (l'Anp del presidente di Al Fatah, Abu Mazen) - e nella striscia di Gaza, il lembo di territorio conquistato a suon di violenze e spargimento di sangue da Hamas nel 2007. Secondo quanto riferito da testimoni locali, in Cisgiordania i festeggiamenti sarebbero più contenuti, ma comunque le strade si sono riempite sia a Ramallah sia in altre località. A Gaza City, il cuore pulsante di Hamas nell'omonima striscia, l'afflusso della gente nelle piazze era già cominciato dalla mattinata, ancor prima che la cerimonia del Cairo (trasmessa in diretta da tutte le televisioni locali) prendesse l'avvio. La folla inneggiava all'unità e si vedevano abbracci tra gli attivisti di Hamas e di al Fatah. Scene fino a poco tempo fa inimmaginabili, ma ora spaventosamente attuali: si è ritrovata l'unità contro il 'nemico sionista'. L'INTESA - L'accordo siglato al Cairo prevede che il governo della Palestina ceda il passo a un esecutivo di transizione che sarà composto da autorità indipendenti. Il nodo più difficile da sciogliere è quello relativo alla posizione di Abu Mazen, che insiste per avere la guida all'interno del governo di transizione. Un Abu Mazen soddisfatto ha però dichiarato nel corso della cerimonia: "Voltiamo per sempre la pagina nera della divisione. La nostra unica lotta è contro Israele, le divisioni sono alle nostre spalle. Il leader di Hamas, Khaled Meshal, ha invece ribadito: "Hamas vuole uno Stato sovrano palestinese a Gaza e in Cisgiordania, e lavorerà per raggiungere l'obiettivo nazionale. Siamo disposti a pagare tutti i prezzi possibili per la riconciliazione palestinese". IL TAVOLO - Al summit in cui è stato sottoscritto l'accordo hanno preso parte, oltre al presidente palestinese Abu Mazen, il capo di Hamas in esilio, Khaled Meshal, un mediatore, il capo dell'intelligence egiziana, Mourad Mouafi, quattro deputati arabo-israeliani e l'emissario Onu per il Medio Oriente, Robert Serry. CONDANNA DI ISRAELE - L'accordo fa ovviamente paura a Israele, che lo aveva osteggiato in tutti modi possibili, invitando al Fatah a non firmare l'intesa. Gli estremisti di Hamas, infatti, non riconoscono Tel Aviv. Abu Mazen, per tutta risposta, ha dichiarato che Israele "deve scegliere fra la colonizzazione e la pace". Poi l'accusa a Netanyahu: "Vuole usare la riconciliazione palestinese come scusa per evitare i negoziati di pace". Il premier israeliano ha risposto con fermezza: "Tre giorni fa il terrorismo ha subito una sonante sconfitta con l'eliminazione di Bin Laden. Oggi al Cairo ha ottenuto una vittoria. Questo perché Abu Mazen abbraccia Hamas, un'organizzazione che due giorni fa ha condannato l'azione degli americani contro Bin Laden. Hamas - prosegue Netanyahu - persegue la distruzione di Israele. L'unico modo in cui possiamo fare la pace è con i nostri vicini che vogliono la pace. Quelli che vogliono eliminarci, che praticano il terrorismo contro di noi, non possonoessere partner per la pace", ha concluso.

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