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Dr Jovanotti o mr Cherubini? Doppio Lorenzo anche in politica

"Happy Days è una vaccata". "Anzi no, una figata". Faccia come il fango: cambia idee come le mutande / BIASIN

Andrea Tempestini
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Lorenzo Cherubini - che prima si chiamava Jovanotti, poi solo Lorenzo e un giorno forse sarà “Anzianotti, menestrello della terza età” - ha la faccia come il Fango, che poi è anche un suo riuscitissimo disco. E perché mai povero ricciolone - che prima aveva i capelli a spazzola da paninaro anni '80 e poi s'è fatto crescere una foresta sul capoccione da ribelle no global -? Perché cambia idea come si cambiano le mutande. Legittimo, per carità, in Italia lo fan tutti, ma dal cantore della correttezza a tutti i costi pretendiamo maggior coerenza. La questione “Happy Days” fa venire il latte alle ginocchia. Breve riassunto: il barbetta stronca il mitico telefilm su “Tv Sorrisi e Canzoni” («diciamolo, è una vaccata»), i fan di Fonzie e Ricky Cunningham s'incazzano di brutto, i precisini di “Qui Mediaset” ripescano il video in cui un giovane Lorenzo premia col Telegatto Henry “Fonzie” Winkler nel 1989 definendolo «un mito», lui - pescato con le mani nella marmellata - s'affretta a fare marcia indietro. Sai mai che gli amanti della serie si mettono a disertare i concerti. E allora sotto con le rettifiche. Piroetta numero 1: Lorenzo scrive direttamente al presidente dell'Happy Days Fan Club, Giuseppe Ganelli: «Ciao presidente, hai ragione: detta così sembra che io non ami Happy Days che invece ho adorato e adoro e adorerò per sempre. Intendevo dire quello che tu hai colto benissimo, ovvero che le cose cambiano e non è detto che peggiorino, semplicemente cambiano e si evolvono in direzioni che non sempre sono comprensibili. Oggi se uscisse un telefilm come Happy Days risulterebbe un po' lento e con poco intreccio e con personaggi poco misteriosi e infatti esistono nuove serie più complesse e strutturate. Ma Happy Days io lo amo e non vorrei mai offendere la memoria del mio amato Fonzarelli. Un abbraccio, Lorenzo». Miele a tonnellate e il presidente è servito. Ma i fan son mica scemi. E allora sotto con la seconda piroetta. Cherubini in versione angelo immacolato pubblica una rettifica direttamente sul suo sito: «Ciao amici fan di Happy Days, avete ragione, detta così sembra che io non ami Happy Days che invece ho adorato e adoro e adorerò per sempre. Correvo a casa per fare in tempo a vedermelo tutte le sere. Ho avuto anche la gioia di consegnare un Telegatto a Fonzie!». Ma va? Poi il colpo di genio: «Tempo fa è uscito un cofanetto di dvd e me lo sono comprato». Bravissimo. Tutto chiaro? A Jovanotti Happy Days piace assai. E adora anche Vasco, cui dedicò l'ambigua canzone omaggio “No Vasco” (1989). L'uomo di Zocca si incazzò un po', ché nel testo faceva la figura del “cattivo esempio” per i ragazzi, ma non lo confessò mai. Anzi, un paio di anni dopo Rossi replicò sereno alla domanda di Red Ronnie: «Tutti dicono che Jovanotti è finito». Risposta: «Per me comincia adesso...». E Jovanotti a ribadire: è un mito, è un mito... E ancora, lui che scoperto e guidato egregiamente dal fenomeno Claudio Cecchetto non abbandona il suo mentore quando si separa dall'Editoriale Espresso (1994), ma causa impegni discografici e televisivi fa poco per favorire la crescita di Radio Capital, nuova creatura di Cecchetto. Come dire: sto con te, ma arrangiati. A favore di Lorenzo, l'impegno nel sociale. Nel 2000 si fa portavoce della campagna “Jubilee 2000” per la cancellazione del debito dei Paesi poveri: invitato come ospite a Sanremo indirizza all'allora presidente del consiglio D'Alema un rap con l'invito «Cancella il debito». Un po' a destra e un po' a sinistra, che i quattrini per comprare i cd sono bipartisan. Infine la questione droghe: canta “Falla girare”, ma viene immortalato sulla prima pagina di “Famiglia Cristiana” quale paladino del proibizionismo. Subito alza la voce: «Non sono un proibizionista... Ma non ho mai fatto uso di droghe». Un “Ragazzo Fortunato”. E un po' paraculo... di Fabrizio Biasin

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