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Gigi Buffon non bluffa: "Champions dura, ma stasera..."

Il portierone si dà al poker ma pensa alla Juve che sfida la Lazio: "Campionato da 6, ma all'Olimpico possiamo rimediare. A Del Neri do 7"

Giulio Bucchi
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Tavolo verde o i pali di una porta poco cambia: "Che tu sia giocatore di poker o portiere sei solo contro tutti, se fai un errore tutti se ne accorgono. Però è una pressione positiva e stimolante". Così un rilassato Gigi Buffon, incontrato a margine dell'Ept Sanremo organizzato da Pokerstars.it (Gigi ne è testimonial e la settimana scorsa ha presentato la "Stars card", la nuova carta prepagata ricaricabile) e arrivato alle battute conclusive (oggi si decide il tavolo finale della tappa italiana, che con 987 giocatori si conferma il torneo più grande d'Europa). Ma Buffon è meglio in campo o al Texas Hold'Em? "Beh, se ho le carte buone non me la cavo male, ho perfino battuto Luca Pagano". Dunque l'aspetta un futuro da giocatore? "Direi di no, piuttosto mi piacerebbe allenare, ma solo come ct. Un po' ricalcando le orme di Zoff". E per l'immediato? "Adesso si pensa solo alla Juve. Quella con la Lazio sarà una partita molto complicata, da vincere per amor proprio e per i 14 milioni di tifosi juventini. Certo, centrare la Champions è davvero dura. Se ci riuscissimo sarei l'uomo più felice del mondo. E ho detto tutto". E per la prossima stagione? "Direi Juve. Ho due anni di contratto e ovviamente nessuno ancora è venuto a parlarmi di rinnovo, la mia volontà intanto è chiudere al meglio l'annata". Via da Torino che scelta sarebbe? "Nel caso avvenisse sarebbe puramente professionale, non una scelta di vita tout court". Che voto si dà per quest'annata piuttosto travagliata? "Aspettiamo". Alla Juve? "Un 6, possibilmente sperando che con il finale di campionato il voto si possa alzare. Ma ai tifosi chiedo una cosa: pazienza. So che è dura non vincere per molti anni, c'è grande amarezza nello spogliatoio, soprattutto perché tecnicamente siamo fortissimi, ma se siamo settimi è colpa di tutti". E a mister Delneri? "Al mister do 7, perché non è mica facile ripartire da un gruppo nuovo, con tanti giovani. La colpa di certi flop è nostra perché oltre alle prestazioni c'è mancata anche la testa". di Tommaso Lorenzini

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