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L'Europa ci boccia: "Niente carcere per i clandestini"

Corte di giustizia: "Reato di clandestinità non punibile con reclusione". Maroni: "Così si bloccano espulsioni"

Giulio Bucchi
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"Niente carcere per i clandestini". La Corte di giustizia europea boccia l'Italia sul reato di clandestinità, specificando che non è punibile con la reclusione. "La direttiva sul rimpatrio dei migranti irregolari - si legge nella sentenza - osta a una normativa nazionale che punisce con la reclusione il cittadino di un paese terzo in soggiorno irregolare che non si sia conformato a un ordine di lasciare il territorio nazionale. Una sanzione penale quale quella prevista dalla legislazione italiana può compromettere la realizzazione dell'obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali". "E' una decisione che mi lascia insoddisfatto - ha commentato il ministro degli Interni Roberto Maroni - perché primo ci sono altri Paesi europei che prevedono il reato di clandestinità e non sono stati censurati e, in seconda battuta, l'eliminazione del reato accoppiata a una direttiva europea sui rimpatri rischia di fatto di rendere impossibili le espulsioni". IL PRECEDENTE - La sentenza si riferisce in particolare al caso dell'algerino Hassen El Dridi, "cittadino di un paese terzo entrato illegalmente in Italia. Nei suoi confronti è stato emanato, nel 2004, un decreto di espulsione, sul cui fondamento è stato spiccato, nel 2010, un ordine di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni. Quest'ultimo provvedimento era motivato dalla mancanza di documenti di identificazione, dall'indisponibilità di un mezzo di trasporto nonchè dall'impossibilità - per mancanza di posti - di ospitarlo in un centro di permanenza temporanea. Non essendosi conformato a tale ordine, il sig. El Dridi è stato condannato dal Tribunale di Trento ad un anno di reclusione". DISCO ROTTO - La bocciatura europea alla norma italiana non pare vera ad Antonio Di Pietro, che subito mette sul suo piatto il solito disco (rotto): "E' ormai provato che siamo di fronte a una dittatura strisciante - accusa il leader di Italia dei Valori - in cui vengono presi provvedimenti contro la Carta dei diritti dell'uomo, si dichiara guerra senza passare per il Parlamento e si occupano le istituzioni per fini personali". "Siamo alla vigilia di un nuovo Stato fascista - rincara Tonino - che va fermato e l'occasione saranno le amministrative e i referendum del 12 e 13 giugno".

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