Anche per i gatti spunta il codice della strada
Regole severe: precedenza sui muretti a chi è salito per primo. E chi percorre una via di giorno non può farlo la sera
Sembrerà incredibile ma fino a circa venti anni fa del gatto si sapeva ben poco, poiché gli scienziati lo studiavano in laboratorio. Per conoscerlo veramente, gli etologi sono dovuti uscire per strada ed osservarlo in libertà : è qui che il “leoncino cittadino” si rivela in tutta la sua essenza e signorilità. Si è sempre pensato che i mici fossero animali solitari, ma in realtà sono capaci di grandi amicizie, sia nei confronti dei loro simili, che di altri animali e dell'uomo. Ma soprattutto sono educati! Si adattano bene alla vita di gruppo, ne sono un esempio le colonie feline, per altro protette dalla legge n.281 del 1991, che stabilisce che questi animali hanno il diritto di vivere in libertà. È risaputo che questi piccoli felini rivendicano un proprio spazio e luogo che difendono e proteggono gelosamente. Per quelli che vivono nelle colonie, il loro habitat è sacro, “una difesa collettiva territoriale”, ed è per questo che i gatti fanno le “ronde” attorno alle loro case. Generalmente questo tipo di area è controllata e difesa a turno dagli individui della comunità. Il territorio da proteggere è piuttosto esteso: nelle femmine può arrivare a un ettaro, mentre nei maschi supera i dieci. La vita collettiva è stupefacente, i mici si riuniscono anche a decine, evitando possibili conflitti con regole precise e mansioni distinte: alcuni di loro sono addetti alla “sicurezza” interna, scegliendosi un luogo di vedetta sopraelevato dal quale possono controllare se ci sono invasori oppure ospiti sgraditi. A noi potrà sembrare che sonnecchi o si goda distrattamente l'altezza, ma non è così, lui sta lavorando. Altri nel giro di perlustrazione del proprio confine seguono sempre lo stesso percorso, lasciando segnali olfattivi con i cuscinetti delle sue zampe, il mento e la coda, provvisti di ghiandole odorifere, che utilizza strofinandosi sui muri o graffiano i tronchi degli alberi ed il terreno, proprio come fanno i loro “parenti” più grandi: leoni, tigri, leopardi. Anche i mici domestici non sono da meno, “marcando” divani e quant'altro (con immensa gioia dei proprietari!). La marcatura viene ripetuta periodicamente, soprattutto dopo la pioggia, che fa scomparire le tracce odorose. Tutto questo viene fatto per avvertire gli altri animali della sua presenza ed evitare scontri, perché in realtà al gatto non piace litigare, ama rispettare e farsi rispettare con signorilità ed eleganza , come è nel suo stile di vita. Quando hanno terreni confinanti, si accordano con i “vicini” pacificamente, anche solo per attraversarli. Esiste un “codice sociale dei gatti”, sempre osservato, ad esempio, quando due gatti si incontrano su un muretto, l'ultimo che è salito dovrà scendere, lasciando il passo al primo; oppure l'animale che avanza sulla sua strada principale, a prescindere dal suo grado sociale, ha il diritto di precedenza rispetto a quello che arriva da una strada secondaria. La territorialità felina è così ben rispettata, che arrivano a stabilire regole per cui uno ha il diritto di passare al mattino mentre un altro ha il diritto di passaggio alla sera. La stessa suddivisione del tempo la ritroviamo nelle case con più gatti per quanto riguarda l'utilizzo dello spazio comune, a prescindere dalla sua posizione sociale. Oltre al suo territorio riserva un trattamento speciale anche a coloro che ama: infatti “marca” anche gli esseri viventi a lui graditi: si chiamano “allomarcature”. Ecco perché si strofina su di noi e sui nostri vestiti; è un po' come se mettesse un cartello con scritto “questo umano, questo cane, sono miei amici!”. «Il gatto è il capolavoro della natura», (Leonardo da Vinci). di Marinella Meroni