Processo breve: Colle frena, ma Silvio è fiducioso
Il premier Berlusconi: "Convinceremo Napolitano, rispetta Carta". Capo Stato: "Verificherò effetti legge". Alfano salirà al Quirinale
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, storce il naso per il processo breve, che ha superato la seconda votazione alla Camera mercoledì sera. Il Capo dello Stato ha dichiarato di avere intenzione di verificare gli effetti del processo breve prima della sua definitiva approvazione, con il terzo passaggio del ddl al Senato. Napolitano, a chi gli chiedeva cosa pensasse delle preoccupazioni puntualmente espresse dal Consiglio Superiore della Magistratura e dalle famiglie delle vittime di Viareggio, ha risposto: "Valuterò i termini di questa questione quando saremo vicini al momento della definitiva approvazione in Parlamento". Successivamente fonti del Quirinale hanno sottolineato che interpretare le parole del Capo dello Stato "come un annuncio di un intervento preventivo" riguardo alla legge sul processo breve "è del tutto arbitrario". CAV: "LO CONVINCEREMO" - Anche se Napolitano viaggia col freno a mano tirato, il premier, Silvio Berlusconi si è detto sicuro di riuscire a convincerlo della bontà del provvedimento: subito dopo l'approvazione alla Camera, il Cavaliere aveva sottolineato come il processo breve "ci mette al passo con l'Europa". Ai vertici del Pdl riuniti a palazzo Grazioli, Berlusconi ha sottolineato che sul ddl bisogna andare avanti e che il Capo dello Stato si convincerà che la legge non va contro la Costituzione. "E' un provvedimento - ha spiegato il premier - che non influenza minimamente i grandi processi come quello sulla strge di Viareggio". E proprio a questo proposito, per spiegare come il ddl non pregiudicherà lo svolgimento dei processi considerati 'a rischio', il guardasigilli, Angelino Alfano, si recherà al Colle per spiegare i contenuti del provvedimento. Alfano ha fatto sapere di voler chiarire le "false notizie" sull'incidenza della prescrizione breve su alcune stragi, come quella di Viareggio. E' quanto è stato deciso allo stesso vertice di maggioranza a cui ha preso parte Silvio Berlusconi. "AVANTI CON LE INTERCETTAZIONI" - Dopo il successo archiviato alla Camera sul processo breve, Berlusconi, nel corso del vertice di maggioranza a palazzo Grazioli, ha espresso la volontà di spingere l'acceleratore sulla legge che riguarda le intercettazioni. "Dovunque vada c'è una standing ovation ogni volta che parlo della necessità di tutelare la privacy", ha spiegato il premier. Così il Cavaliere ha ribadito la necessità di evitare la pubblicazione sui giornali di cose irrilevanti penalmente. "La gente è stanca, non vuole sentirsi spiata al telefono", ha concluso. PALAMARA: "INTERVENTO CHIRURGICO" - Luca Palamara, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), sposando le posizioni del Csm, ha definito il processo breve "un abile intervento chirurgico che cancella singoli processi ma ha effetti negativi su una serie indeterminata di processi. Oggi - aveva proseguito Palamara, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta - chi è sconfitto è lo Stato perché rinuncia ad accettare l'eventuale responsabilità di innocenza di un imputato e nega giustizia alle vittime di un reato". LA NOTA DELL'ANM - Dopo Palamara, è intervenuta la stessa Associazione con una nota. "La legge sulla prescrizione breve è un'amnistia permanente per numerosi gravi reati - ha ribadito l'Anm che prosegue - Con queste norme, per una corruzione gravissima o per una frode fiscale, ad esempio, di quattro o cinque anni dal fatto, l'imputato avrà la certezza dell'impunità per l'impossibilità di celebrare tre gradi di giudizio nel breve termine residuo. Non solo: avrà diritto anche alla restituzione del profitto del reato sottoposto a sequestro". FINOCCHIARO: "NON LO FAREMO CALENDARIZZARE" - La guerra è ancora aperta anche per gli onorevoli del Partito Democratico, che giurano: "Non glielo faremo calendarizzare. Ricorreremo a tutti gli strumenti a nostra disposizione" per evitare il voto definitivo in Senato. Lo ha spiegato la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, conversando con i giornalisti a Palazzo Madama. "Prima del processo breve - ha proseguito - ci sono due provvedimenti importanti, quello sulla corruzione e quelli in amteria di antimafia. sono già in commissione e ci auguriamo che il governo non utilizzi la commissione Bilancio per bloccarli. Non c'è ragione - ha concluso la Finocchiaro - perché il processo breve passi davanti a questi provvedimenti". IDV TIRA IN BALLO LA CHIESA - "Anche la Cei boccia senza appello la prescrizione breve: è il definitivo colpo di grazia alla finta riforma della Giustizia perchè questa norma, ormai è innegabile, non serve al Paese ma solo a cancellare i reati di Berlusconi. Come accadde per Catilina in Senato, attorno al Governo si è fatto il vuoto". Così il capogruppo dei Senatori Idv, Felice Belisario. "Se il premier - aggiunge - confidava di poter evitare almeno la condanna del mondo cattolico, ha fatto un grosso errore di valutazione: la prescrizione di massa è un atto immorale e i cittadini non glielo perdoneranno mai. Sottrarre a chi è stato vittima di gravi reati o grandi tragedie anche la possibilità di avere giustizia è un abominio di cui nessuno vuole rendersi responsabile, a parte i soldatini del premier. Per questo il Governo è stato isolato da tutti, forse riuscirà a salvare Berlusconi ma sarà bollato di infamia dalla storia".