Bce: crescita non basta, inflazione oltre 2% nel 2011
Occupazione, rincari, debito pubblico, politica monetaria, Francoforte avverte: l'Europa migliora "ma serve risanamento"
La Bce avverte: l'Europa cresce, ma in un contesto di "elevata incertezza". Dunque, ma c'è da lavorare. I rischi "al ribasso", si spiega nel bollettino mensile della Banca centrale europea, sono legati alle tensioni su alcuni segmenti dei mercati finanziari "che si potrebbero propagare all'economia reale". L' inflazione nell'area euro "dovrebbe restare al di sopra del 2% per l'intero 2011", i rischi per un aumento dei prezzi sono dietro l'angolo, la politica monetaria resta accomodante: elementi, questi che rendono "essenziale che tutti i governi conseguano gli obiettivi di risanamento" annunciati per il 2011 e "una profonda riforma dei sistemi occupazionali, pensionistici e sanitari nazionali". OCCUPAZIONE - Favorire l'occupazione nell'area euro "è la priorità" ed è "probabile che occorra tempo per assorbire l'ingente numero di lavoratori licenziati nel corso della recessione". Un processo che "accelererà solo gradualmente". Di qui, l'invito ai governi a dare "alta priorità alle riforme tese a favorire la crescita dell'occupazione". Fra le riforme vanno menzionate quelle che agevolano la ristrutturazione estendendo i contratti di lavoro flessibile, in modo da incoraggiare le assunzioni presso le imprese; le riforme delle istituzioni responsabili della determinazione delle retribuzioni, affinchè la contrattazione salariale possa seguire la dinamica delle condizioni del mercato del lavoro locale; ulteriori misure tese ad ampliare le opzioni formative per i lavoratori in esubero; infine, un tempestivo smantellamento delle 'misure anticrisì in vigore”. RINCARI - "La vigorosa crescita economica dei mercati emergenti, sostenuta dalla liquidità abbondante su scala mondiale, potrebbe ulteriormente alimentare i rincari delle materie prime” si afferma nel bollettino di aprile. Un incremento, la cui pressione "è ravvisabile anche nelle prime fasi del processo produttivo. E' indispensabile che l'aumento dell'inflazione armonizzata non provochi effetti di secondo impatto nel processo di formazione di salari e prezzi, dando luogo a spinte inflazionistiche generalizzate in un orizzonte di medio termine”. Le aspettative di inflazione, sottolinea la Bce, “devono rimanere saldamente ancorate in linea con l'obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori, ma prossimi al 2% nel medio periodo”. DEBITO PUBBLICO - Il debito pubblico dell'area euro, senza una correzione del saldo primario di bilancio, passerà dall'attuale 86,7% a oltre il 140% nel 2029. Per la Bce, infatti, un simile livello -dal 2008 in poi,infatti, il debito ha ripreso a salire - è "insostenibile". L'Eurotower ipotizza tre scenari sull'evoluzione del debito pubblico fino al 2031. Gli altri due scenari ipotizzano una correzione del saldo primario dello 0,5% l'anno. Nel secondo scenario la correzione del saldo primario sarebbe dell'1% l'anno e il debito avrebbe una discesa più pronunciata, pur restando sopra il 60% del Pil. POLITICA MONETARIA - L'Istituto di Francoforte considera ancora "molto accomodante" la sua politica monetaria: occorre adeguarla, rialzando i tassi. E' essenziale - si legge nel bollettino dell'Eurotower - che la recente evoluzione dei prezzi non produca pressioni inflazionistiche generalizzate nel medio periodo". Per cui l'aumento dei tassi d'interesse "aiuterà a preservare il saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione nell'area euro, in linea con l'obiettivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine".