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Berlusconi frena su Alfano: "Mai incoronato". Ma è toto-erede

Dopo il processo breve: nel 2013 il Cav potrebbe non ricandidarsi. In tanti per un posto / DITE LA VOSTRA

Giulio Bucchi
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"Non ho mai detto che Alfano sarà il mio successore". Il giorno dopo la rivelazione, vera o presunta, rilasciata ai giornalisti stranieri, il premier fa marcia indietro e ritratta (parzialmente) l'investitura del ministro della Giustizia a suo successore come leader del Pdl dal 2013. Durante il vertice di maggioranza a palazzo Grazioli, il premier ha precisato di aver semplicemente definito il Guardasigilli "persona capace e brillante, ma siccome siamo un partito democratico, spetterà al partito decidere chi dovrà sostituirmi un giorno". Poi la battuta: "Sarebbe il massimo che oltre a tutto quello che mi attribuiscono, ora mi prendessi anche la colpa su chi verrà dopo di me". L'EREDE - Per Berlusconi, insomma, il giorno dopo l'approvazione alla Camera del processo breve che riduce la prescrizione (ora sarà all'esame del Senato) e le ennesime rivelazioni sul caso Rubygate, non mancano i temi in agenda. "Ora avanti come treni", ha commentato a caldo mercoledì sera il Cavaliere dopo il voto di Montecitorio, sottolineando il rafforzamento della maggioranza (ieri 314 sì, ma con allargamenti sensibili sui singoli emendamenti e tutti da ricercare in finiani delusi). Poi il botto di fronte ai giornalisti stranieri: "Nel 2013 non so se mi ricandido - la versione sulle parole del premier, prima della smentita -, lo farò dopo aver guardato i sondaggi". L'erede, però, è già designato: "Alla guida del Pdl vedo bene il ministro Angelino Alfano, e Gianni Letta potrebbe andare al Quirinale. Io mi ritaglierò il ruolo di padre nobile". Il portavoce Paolo Bonaiuti prova a frenare: "Le parole di Berlusconi? Sono solo ipotesi". In un modo o nell'altro, comunque, si apre il toto-erede del Cav. Alfano è comunque il favorito, davanti ai ministri Giulio Tremonti, Roberto Maroni, Mariastella Gelmini e al governatore della Lombardia Roberto Formigoni. FINIANI IN VIAGGIO - Politicamente, c'è da concludere una legislatura che ha ancora molto da dire. Per questo il premier sta pensando di riaprire le porte del governo a due transfughi di Futuro e Libertà, Adolfo Urso e Andrea Ronchi: il primo dovrebbe diventare ministro delle Politiche comunitarie, il secondo viceministro. Serviranno esecutivo e maggioranza compatti perché, come scrive il direttore di Libero Maurizio Belpietro nel suo editoriale, la magistratura ha già pronto qualche tranello ad personam per rimettere nel sacco il Cav. L'unica soluzione, allora, è portare a termine la riforma della giustizia. Palazzo Chigi 2013: Berlusconi lancia Angelino Alfano come suo erede. 'Bruciati' Giulio Tremonti, Roberto Maroni e Mariastella Gelmini. Siete d'accordo? Dite la vostra.

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