A Milano nasce la prima banca dati di graffiti e tag
Mappati: i cittadini lanciano l'archivio interattivo. Nella banca dati vengono schedati i writer della città con foto e bersaglio
Si parte con “Afros”, che si è scelto il muro di via De Amicis per solleticare il proprio ego a colpi di spray, e si finisce con “Zuzzi”, il killer di una serranda di viale Tunisia. La banca dati interattiva dei graffitari milanesi mette i fila uno dopo l'altro quasi trecento scarabocchi: nome, luogo, fotografia. I cittadini scattano e archiviano, regalando ai vigili un aiuto prezioso nella caccia agli imbrattatori. Il seme lo ha gettato il comitato cittadino Abruzzi-Piccinni - da anni impegnato nella pulizia istantanea delle tag della zona - ed è stato coltivato da residenti di altre zone e dall'associazione nazionale antigraffiti. Il risultato è un'istantanea in tempo reale della città cannibalizzata dai writer. Muri dei palazzi, centraline, vetrine, cartelloni pubblicitari. Ai cittadini, la spintarella è venuta da Google-Maps: per consultare la cartina dei graffiti, infatti, si deve soltanto inserire sul motore di ricerca più famoso del pianeta la chiave “Milano-tag”. Più semplice di una firma sul muro in piena notte. «Siamo già in contatto con altri comitati come le mamme di via Napo Torriani» dice Fabiola Minoletti, leader del comitato di viale Abruzzi. «La mappa sarà incrementata da tutte le segnalazioni dei cittadini e sarà messa a disposizione degli agenti della polizia locale». Dall'alto, la città virtuale appare piena di macchie. Ogni bandierina colorata, uno scarabocchio: “Zoor” si diletta a siglare gli scivoli dei giardinetti pubblici in piazzale Bacone, “Caos” sfodera quattro graffiti tra via Settala e piazza Cincinnato, “Avid” si è issato fino in cima alla collina del Portello (chiusa al pubblico) per lasciare la propria tag a caratteri cubitali. Andrea Amato, segretario dell'associazione nazionale antigraffiti, ha aderito con convinzione all'iniziativa: «La mappa sul web sarà uno strumento molto importante. Si possono analizzare in un attimo le zone colpite dalla stessa mano, e per gli agenti sarà più facile individuare i colpevoli». I writer beccati dalle divise si beccano una denuncia penale e rischiano di dover pagare una multa salatissima o i lavori socialmente utili. Marco Luciani è il commissario aggiunto a capo del nucleo decoro urbano della municipale. Insieme ai suoi uomini, lavora per scovare i graffitari seriali. «La cartina delle tag può essere d'aiuto per il nostro lavoro» approva «e può servire a sensibilizzare i cittadini». Anche i vigili, abituati a raccogliere denunce e ad aprire procedimenti d'ufficio, cliccano e studiare i movimenti dei graffitari. Cittadini e forze dell'ordine alleati contro il degrado. In viale Abruzzi, intanto, il progetto “Milano quartiere pulito” porta avanti da un anno e mezzo la pulitura fai da te degli scarabocchi. Sono stati tenuti sotto osservazione 38 palazzi, 73 serrande e 96 manufatti (dalle edicole ai cestini). I nuovi imbrattamenti? 101 in 28 mesi, firmati soprattutto da writers seriali come “Blak” e “Nsa”. A furia di ripulire i muri, il numero di scarabocchi è crollato vertiginosamente. «Un territorio controllato porta a una significativa diminuzione delle percentuali di imbrattamento» sottolineano i pionieri del comitato. «La tempestività della rimozione demotiva i writers». Inserire nella mappa un nuovo graffito è semplicissimo: basta inviare un sms al 340.3958721, oppure scrivere una mail a [email protected]. di Massimo Costa