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Agcom stoppa videomessaggi: "Solo se necessari"

L'Autorità: "Nei telegiornali solo in via eccezionale, non più lunghi di 3 minuti e con contraddittorio". Vietati in campagna elettorale

Giulio Bucchi
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L'Agcom mette un freno ai videomessaggi. In una nota ufficiale, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avverte che da oggi gli operatori dell'informazione radio-tv possono diffondere nei tg e nei programmi di approfondimento videomessaggi di soggetti politici e istituzionali "solo in casi eccezionali di rilevante interesse pubblico e nel rispetto di modalità tali da non incidere sul pluralismo dell'informazione". L'uso dei videomessaggi come "forma abituale di comunicazione", infatti, secondo l'Agcom, comporterebbe il "rischio di incidere sui canoni di parità di trattamento tra tutti i soggetti politici ed istituzionali su cui si fonda il principio del pluralismo politico in televisione". La nota dell'Autorità sembra quasi una norma ad personam nei confronti del premier Silvio Berlusconi, che negli ultimi mesi ha intensificato il ricorso ai messaggi video riportando in auge tale mezzo di comunicazione. I REQUISITI - I videomessaggi rimangono consentiti, sia pure rispettando requisiti minimi: devono essere trasmessi nel corso dei telegiornali solo in via eccezionale e laddove strettamente connessi con l'attualità della cronaca, se superiori a tre minuti non possono essere trasmessi nella loro integralità nel corso del telegiornale né in tutte le edizioni giornaliere del medesimo telegiornale, non possono essere riproposti nei telegiornali dopo 48 ore dal verificarsi dell'evento, devono essere accompagnati nel corso del telegiornale da commenti di soggetti di altro orientamento. I videomessaggi, infine, non possono essere trasmessi nel corso delle campagne elettorali, al fine di evitare confusione con i messaggi politici autogestiti.

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