Costa d'Avorio, francesi: "Gbagbo è stato catturato"
Blitz con i blindati nella residenza del presidente, arrestato e consegnato ai ribelli. Poi compare in tv: "Deporre armi" / Le tappe
Laurent Gbagbo e la moglie Simon sono stati catturati dalle forze speciali fedeli al rivale politico Alassaine Ouattara nella loro residenza ad Abidjan. Lo ha riferito Toussaint Alain, un collaboratore dell'ex presidente della Costa d'Avorio. "Le forze francesi - aveva inizialmente dichiarato Alain - hanno arrestato Gbagbo e lo hanno consegnato al leader dei ribelli", ha spiegato la fonte, riferendosi presumibilmente ai sostenitori di Alassaine Ouattara, riconosciuto dalla comunità internazionale come presidente del Paese africano. La notizia è stata poi confermata dall'ambasciatore francese nel Paese, Jean Marc Simon, e dal portavoce dei ribelli fedeli a Ouattara, che hanno però rettificato: "La cattura è stata effettuata dalle forze repubblicane del Paese". I militari sono entrati con i blindati nel giardino della residenza di Gbagbo, lo hanno arrestato e lo hanno consegnato ai ribelli. In serata Gbagbo è comparso in televisione chiedendo ai suoi seguaci di cessare le ostilità. GIALLO DOPO LA CATTURA - Dopo la cattura, in un primo momento si era diffusa la voce che Gbagbo era stato arrestato dalle truppe speciali francesi della missione Licorne. Il ministro della Difesa transalpino, invece, ha poi spiegato che Gbagbo "è stato arrestato dalle forze repubblicane della Costa d'Avorio", ovvero dalle truppe di Ouattara. Nessun dubbio, invece, sul fatto che Gbagbo sia stato portato insieme alla moglie all'hotel Golf, il quartier generale di Ouattara. GBAGBO IN TV: "ENTRARE IN FASE CIVILE CRISI" - Il presidente Gbagbo, a sorpresa, in serata è apparso brevemente sull'emittente televisiva Tci, che fa capo ad Ouattara. Il presidente ha rivolto un appello ai propri seguaci: "Chiedo che cessino i combattimenti. Voglio che deponiamo le armi - ha aggiunto Gbagbo - e che si entri nella fase civile della crisi", chiudendo così quella militare. La fase civile, ha concluso, "si deve completare rapidamente, affinché la vita nel nostro Paese riprenda". LA CRISI IN COSTA D'AVORIO/1 - La crisi in Costa d'Avorio, che con l'arresto di Laurent Gbagbo pare avviarsi verso una conclusione, ha origine nelle elezioni del 28 novembre. La vittoria elettorale di Alassane Ouattara, con il 54% dei voti, è stata proclamata il 2 dicembre 2010 dalla commissione elettorale. Ma il giorno successivo, il Consiglio costituzionale ha invalidato il risultato in sette province, proclamando vincitore il presidente in carica, Laurent Gbagbo, che ha quindi deciso di rimanere al potere. La comunità internazionale ha però riconosciuto la vittoria di Ouattara, che si è inizialmente asserragliato nel Golf Hotel di Abidjan, protetto da 800 dei 10mila caschi blu dispiegati in Costa d'Avorio nell'ambito della missione di pace Onuci. Ouattara ha anche nominato primo ministro Guillame Soro, capo dell'ex gruppo ribelle Forze Nuove. La Costa d'Avorio è stata sospesa dall'Unità Africana, che ha avviato una mediazione affidata a diversi presidenti africani, offrendo a Gbagbo un'aministia in cambio della sua uscita di scena. Sia dalla Francia, ex potenza coloniale, che dagli Stati Uniti e l'Onu, sono giunti inviti perché Gbagbo si facesse da parte, mentre l'Ue ha varato sanzioni nei suoi confronti. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha rinnovato di sei mesi il mandato della missione Onuci, incurante del fatto che Gbagbo avesse intimato ai caschi blu di lasciare il paese. Stessa esortazione è stata inutilmente rivolta da Gbagbo ai 900 uomini della missione militare francese Licorne, che agisce in maniera distinta ma complementare alle forze di pace dell'Onu. LA CRISI IN COSTA D'AVORIO/2 - Il prolungato braccio di ferro fra le due parti ha progressivamente aggravato la situazione nel paese. Le sanzioni internazionali e il blocco delle esportazioni di cacao hanno messo in ginocchio l'economia, vi è stato un crescendo di violenze fra i due campi e un milione di profughi ha lasciato la Costa d'Avorio. Infine lo scontro è diventato anche militare con gli ex ribelli di Forze Nuove schierati con Ouattara che hanno progressivamente assunto il controllo delle principali città. Le vicende post elettorali hanno messo gravemente a rischio la speranza di voltare pagina rispetto al passato, sollevata dalle elezioni presidenziali sostenute dalla comunità internazionale. Esempio di stabilità durante i primi 30 anni di indipendenza sotto la guida del presidente Felix Houphouet-Boigny, la Costa d'Avorio è entrata in crisi con il colpo di Stato che nel 1999 rovesciò il suo successore, Henri Bediè. Le tensioni di allora risvegliarono rivalità etniche prima inesistenti fra il nord a maggioranza musulmana e il sud prevalentemente cristiano. Gbagbo fu eletto nel 2000, in un voto dal quale l'ex primo ministro Ouattara fu escluso per una sua presunta origine straniera, e sopravvisse nel 2002 al colpo di Stato che portò alla guerra civile e alla divisione del paese. Nel 2007 un accordo di pace ha portato all'ingresso al governo dei ribelli settentrionali di Guillame Soro, con i quali si è poi alleato Ouattara. Le elezioni presidenziali, svoltesi in due turni a ottobre e novembre, dovevano completare il processo di pacificazione dopo essere state rimandate sei volte dalla scadenza del mandato di Gbagbo nel 2005.