"Silvio è bollito". "No, è il migliore". Dite la vostra
Belpietro: "Geronzi, Francia, Libia, premier alle corde". Feltri: "In confronto agli altri è un gigante" / VOI CHE NE PENSATE?
Silvio Berlusconi è bollito. O no? Libero chiede ai suoi lettori di commentare il doppio editoriale dei direttori Maurizio Belpietro (pubblicato sabato) e Vittorio Feltri (domenica). Entrambi partono da un presupposto: le infinite risorse del premier, che "quando pare sull'orlo del precipizio - scrive Belpietro - invece di mostrarsi accigliato manifesta maggiore allegrezza, ridendo e scherzando come se nulla fosse". Un limite, forse, visto il momento di crisi generale e personale. QUANTE GRANE - Guerre e rivoluzioni nel Maghreb, incognite economiche, pure scossono finanziari (vedi caso Generali-Geronzi). "In ballo - prosegue Belpietro - c'è uno scontro in cui sono coinvolti i cosiddetti poteri forti, i quali non amano e non hanno mai amato il Cavaliere. Fosse stato per loro non sarebbe mai arrivato a Palazzo Chigi". E poi, soprattutto, la questione immigrati legata a doppio filo a quella della Libia e della Francia. Sarkozy "aveva urgenza di muovere le truppe e soprattutto aveva necessità di farlo a danno dell'Italia, bypassandoci sia nell'azione militare che nel dialogo con i ribelli". Il risultato è stato che "noi siamo stati scavalcati". Altro appunto, la gestione dello tsunami umano di migranti: "Ai più non è piaciuta la gestione dell'emergenza. La gita a Tunisi è stata giudicata un fallimento e anche il tentativo di forzar la mano ai francesi e di scaricare i clandestini di là dalla frontiera è parso debole e poco convincente". A tutto questo si aggiunge il caos giustizia, con le Procure all'assalto e il centrodestra che se ne inventa sempre una: "Il processo breve e il processo lungo. Il conflitto d'attribuzione e la responsabilità civile dei magistrati. Il troppo stroppia". EPPURE... Eppure, conclude Belpietro, "teniamocelo stretto". Perché intorno a lui, il nulla. Proprio da questo parte anche Vittorio Feltri, ricordando che il Cav è ancora in sella, nonostante contro di lui "siano state impiegate armi d'ogni tipo, lecite e non". I nemici di Berlusconi sono "uno più stolido dell'altro, tutti incapaci di proporre un'alternativa, di organizzare una strategia a medio e lungo termine. Vivono alla giornata. Sperano in un miracolo". Magari un ictus mandato dal buon Dio, come ha spiegao don Giorgio De Capitani, il prete di Lecco che tanto scalpore ha destato con le sue sparate. "Almeno - ironizza Feltri - è sincero nel suo odio feroce". Ma è anche l'ammissione dello sfacelo dell'opposizione: "Quando si arriva a invocare l'intervento di Dio per sbarazzarsi di un antagonista politico, significa aver raschiato il barile delle idee. E' una ammissione di impotenza e infiacchimento morale". I guai e gli imbarazzi legati al caso Ruby, però, lo distolgono dall'intervenire direttamente sulla scena internazionale. "Perché non si occupa direttamente dei colloqui con la Merkel e Sarkozy per dirimere il contenzioso immigrati?", si domanda Feltri. Siamo di fronte, dunque, "all'oggettivo appannamento" del premier. Il problema, o la fortuna, è però che "non vediamo un uomo o un movimento o un partito attrezzati per batterlo. D'Alema è sparito, Fassino idem. Bersani è un ectoplasma, Fini si è suicidato. Casini non si capisce dove vada a parare". Vendola? "Un orecchietto alle cime di rapa e nulla più". A confronto di tutti loro, insomma, Berlusconi "è un gigante. Conviene tenerselo. E che il Signore non dia retta al pretacchione di Lecco". Voi cosa ne pensate? Commentate questo articolo e fateci sapere la vostra opinione.