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Sisma in Giappone: 4 morti, 141 feriti

La centrale nucleare Onagawa perde acqua, gestori tranquilli: "Nessun rischio radioattività". Import, Ue: più controlli su alimenti

Giulio Bucchi
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Almeno tre morti e 140 feriti: è il bilancio della nuova, tremenda scossa di terremoto di magnitudo 7.4° della scala Richter che ha colpito giovedì il Giappone, con epicentro nelle prefetture di Miyagi e Yamagata. Secondo la Nhk, la tv pubblica nipponica, le vittime sono due donne, una di 63 con problemi respiratori e una di 74 caduta dalla veranda di casa, e due uomini, uno di 79 e un altro di 85 anni. Monitorata la situazione-radiazioni alla centrale di Onagawa e a quella di Fukushima, ma la preoccupazione per le contaminazioni è soprattutto europea. L'Ue ha infatti annunciato controlli più stretti sugli alimenti importati. PERDITE A ONAGAWA - La grande paura, come dopo il sisma dell'11 marzo, è ora per le ripercussioni sugli impianti nucleari. Perdite d'acqua sono state rilevate dalla centrale di nucleare di Onagawa (prefettura di Miyagi). La Tohoku Electric, il gestore dell'impianto già disattivato dopo il sisma/tsunami dell'11 marzo, ha reso noto che le perdite rilevate sarebbero 8-9, legate alle vasche di raffreddamento del combustibile spento dei reattori n.1 e 2. Tuttavia, non ci sarebbe stato alcun cambiamento dei livelli di radiazioni all'esterno della struttura. Una buona notizia arriva da Fukushima, la cui centrale nucleare già disastrata non avrebbe subito ulteriori danni dalle ultime scosse. Per precauzione, in timore di un nuovo tsunami, la Tepco aveva evacuato i tecnici al lavoro per mettere in sicurezza l'impianto. CONTROLLI SULLE IMPORTAZIONI - L'Ue ha deciso di rafforzare i controlli sugli alimenti importati dal Giappone, abbassando i livelli massimi di radioattavità consentita negli alimenti. Dal Sol Levante arrivano soprattutto fiori e piante per un importo di circa 3 milioni di euro nel 2010. Marginali le quantità di semi oleosi (1,6 milioni), di bevande alcoliche (1,6 milioni), di oli vegetali (0,9 milioni), di prodotti dolciari (0,9 milioni), di pesce (0,7 milioni) e di thè (0,3 milioni). Nel complesso, l'import dal Giappone secondo Coldiretti ha raggiunto nel 2010 il totale di 13 milioni. Tutto questo mentre il governo di Tokyo ha deciso di allentare le restrizioni alla vendita di prodotti alimentari che sono coltivati in alcune aree intorno alla centrale nucleare di Fukushima, avendo ormai requisiti di sicurezza per l'uomo.

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