Costa D' Avorio: stop trattative. Caccia a Gbagbo
L'ex presidente non molla: dopo il fallimento del negoziato, si apre il fuoco sul palazzo del presidente
Nonostante le trattative e il pugno di ferro della Francia, il presidente uscente della Costa D'avorio, Laurent Gbagbo, di lasciare il potere non vuole saperne. I negoziati per convincerlo a cedere il passo ad Alassane Ouattara, legittimamente eletto dal popolo nel ballottaggio presidenziale del 28 novembre scorso, si risolvono in un nulla di fatto. Ad ammetterlo è la stessa Francia. Malgrado i negoziati con Laurent Gbagbo siano "proseguiti per tutta la notte - fa sapere Edouard Guillaud, il capo di stato maggiore delle interforze francese - "malauguratamente per ora non si vede alcuna svolta". Intanto, le forze armate di Parigi di concerto con quelle di Ouattara stanno aprendosi a colpi di artiglieria la strada verso il bunker dove è rifugiato Laurent Gbagbo. LA TRATTATIVA FALLITA - Il fallimento del tentativo di negoziare l'uscita di scena di Gbagbo è stato riferito - in via riservata - da fonti del governo francese. Secondo gli emissari d'oltralpe "Gbagbo non è sincero nella sua presunta volontà di trattare le proprie dimissioni". Le fonti hanno poi aggiunto che Ouattara stesso ha deciso di non insistere sulla via del compromesso perché crede che il rivale stia solo puntando a guadagnare tempo. "Gbagbo stava continuando a rifiutarsi di firmare un documento, tramite il quale avrebbe riconosciuto la vittoria di Ouattara, e questi è allora giunto alla conclusione che non era onesto. Così - hanno concluso le stesse fonti - ha deciso d'intervenire militarmente per cercare di risolvere il problema". LA FRANCIA - "Questa ostinazione è assurda. Gbagbo non ha ormai altra soluzione. Tutti lo hanno abbandonato". Sono le parole pronunciate dal ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, alla radio France Info, in riferimento alla situazione in Costa d'Avorio. "E' rintanato in un bunker nella sua abitazione e noi continueremo con le Nazioni unite, che gestiscono le operazioni, a fare pressione su di lui fino a che non accetta di riconoscere la realtà: c'è un solo un legittimo presidente oggi, è Alassane Ouattara e mi auguro che la persuasione vincerà e che ci eviterà di dover riprendere le operazioni militari". Ecco allora che non si escludonop nuovi attacchi contro le residue forze fedeli all'ex uomo forte, qualora lo richiedessero le Nazioni Unite oppure lui stesso persistesse nel rifiuto di dimettersi. L'APPELLO DEL PAPA - "La violenza e l'odio sono sempre una sconfitta!". E' questo il grido di Benedetto XVI che segue "con grande apprensione le drammatiche vicende che le care popolazioni della Costa d'Avorio e della Libia stanno vivendo in questi giorni". Di qui l'appello "a tutte le parti in causa, affinchè si avvii l'opera di pacificazione e dialogo e si evitino ulteriori spargimenti di sangue". "Prego - assicura rivolto ai 20 mila fedeli presenti in piazza San Pietro - per le vittime e sono vicino a tutti coloro che stanno soffrendo".