L'Aquila, il Colle: "La città non sarà dimenticata"
Ieri notte la veglia: due anni dal terremoto. Il ricordo delle 309 vittime. Napolitano: "Massimo sforzo per risolvere problemi"
Nella notte tra martedì e mercoledì oltre 20mila aquilani hanno atteso in Piazza Duomo le 3.32, l'ora in cui il 6 aprile del 2009 si scatenò la violenta scossa di terremoto, di magnitudo 6,3, che distrusso il capoluogo e con lui altri 56 Paesi. Nella tragedia morirono 309 persone, e i feriti fuorno oltre 1.600. Nella piazza, che quella notte raccolse migliaia di cittadini feriti, il silenzio è stato spezzato da 309 rintocchi della campana della chiesa delle Anime Sante, accompagnati dalla lettura dei nomi delle vittime del sisma. La piazza si è riempita poco a poco, fino ad accogliere tutto il corteo celebrativo, che si è svolto senza incidenti. Al corteo hanno preso parte i rappresentanti dei comitati e le associazioni per le vittime di altre tragedie, quali quella di Viareggio e della Moby Prince. Intanto i tempi della ricostruzione rimangono lunghi: "Ci vorranno dieci anni per rimettere in piedi l'Abruzzo", ha detto il govrenatore della regione al direttore di Libero Maurizio Belpietro che l'ha intervistato a La telefonata di Mattino 5 mercoledì 6 aprile. CIALENTE - "L'anno scorso, in occasione del primo anniversario del sisma, c'era più speranza perchè si veniva da una fase in cui si riconosceva al governo una grande presenza e una forte solidarietà. Sono passati dodici mesi da allora e in questi giorni, l'unica cosa positiva è stata che il 29 marzo si è trovata un'intesa tra la struttura tecnica di missione e i nostri progettisti". E' quanto ha dichiarato il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, intervistato da Rainews24. "Questo lungo periodo ha ridotto l'aspettativa dei cittadini, davanti al nulla fatto per rilanciare l'economia. Questo potrebbe definitivamente piegare gli aquilani". Al centro delle richieste che il sindaco continua ad avanzare nei confronti del Governo, c'è soprattutto il rilancio di un'economia ancora al palo. Tornando sull'argomento delle sue recenti dimissioni, poi ritirate, Cialente ha parlato di un segno necessario da dare alle istituzioni per sensibilizzarle nei confronti della realtà aquilana: "con il senno di poi, mi sarei dovuto dimettere già a maggio del 2010, non solo adesso". LA COMMEMORAZIONE - E' in corso all'Aquila la messa solenne di suffragio - celebrata dalle 12 dall'arcivescovo metropolita Giuseppe Molinari - nella Basilica di Collemaggio, parzialmente agibile dopo i crolli del 6 aprile 2009. La partecipazione del capo dello Stato è stata annunciata dal sindaco, Massimo Cialente. Una presenza che secondo il Sindaco "rende commossi e onorati tutti gli aquilani". Così, all' arrivo in basilica Napolitano ha fatto esplicito riferimento alla carica ricoperta e al significato che essa riveste "al di là della mia singola persona". Il èpresidente ha assicurato che "gli aquilani non devono avere la paura di essere dimenticati perchè, per fortuna, la coscienza civica del nostro paese e degli italiani non è al di sotto del dovere del ricordo e della vicinanza". Incontrando poi un gruppo di giovani aquilani e di familiari delle vittime del terremoto sul sagrato della basilica, Napolitano ha osservato: "se emozione significa, come in effetti significa, capacità di riflessione e di coinvolgimento anche umano e sociale, quella che abbiamo visto oggi non può che essere un elemento positivo". LA RICOSTRUZIONE - "L' importante è il senso della misura". Giorgio Napolitano parla del confronto che si è sviluppato a L'Aquila sui temi della ricostruzione e del rilancio della città martoriata dal sisma di due anni fa. Ma il senso delle parole del presidente della Repubblica si allarga quando si fa riferimento alla "temperatura" del confronto politico. Napolitano ribadisce che "naturalmente, c'è la discussione che è sempre lecita all'interno delle istituzioni dove - ricorda - sono rappresentate le forze politiche ma, innanzitutto, sono rappresentati i cittadini attraverso coloro che essi stessi hanno eletto". E allora, se è "anche naturale che si discuta e che vi sia diversità di giudizio e di opinione, l'importante - sottolinea il Capo dello Stato - è il senso della misura". "L'importante - ribadisce - è che queste distinzioni non superino mai un certo limite e non diventino mai un elemento distruttivo". Si intrecciano i piani, quindi tra quello della ricostruzione in Abruzzo e quello della gestione della cosa pubblica in generale quando Napolitano ricorda che "per questo ci vuole il massimo sforzo da parte di chi ha la responsabilità di amministrare, di governare, di risolvere i problemi e chi ha la responsabilità di rappresentare le istanze dei cittadini".