Si finge mafioso per lavorare: denunciato
Pescara, un 25enne di origine calabrese dice di essere affiliato alla 'ndrangheta per "intimorire" il gestore di un locale
Voleva a tutti i costi un lavoro. Così, un giovane studente originario della provincia di Reggio Calabria si è finto affiliato alla 'ndrangheta per "intimorire" i responsabili di un noto locale di Pescara: offriva in cambio la protezione al proprietario e alla sua attività. Ma il gestore non si è perso d'animo e ha fatto scattare le indagini: la squadra mobile di Pescara, diretta da Pierfrancesco Muriana, ha denunciato il 25enne per tentata estorsione. In base alla ricostruzione della questura, dopo aver saputo che il proprietario del locale aveva subito il furto dell'auto e di un computer, lo studente lo avrebbe raggiunto telefonicamente presentandosi come avvocato e proponendogli un incontro con un suo cliente che aveva notizie riservate da dargli. Per rendere più credibile la sua missione, il giovane avrebbe telefonato da un'utenza di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, intestata al nonno defunto. Pochi giorni dopo il ragazzo si sarebbe presentato all'appuntamento con l'imprenditore, dicendo di essere il "cliente" del sedicente legale e di appartenere a una famiglia della malavita calabrese. Avrebbe fatto capire, senza troppi giri di parole, che i furti erano un segnale di avvertimento: in cambio di un lavoro, dunque, sarebbe stato possibile ottenere "protezione" per sé e la sua famiglia. A quel punto il propritario del locale si sarebbe rivolto alla squadra mobile che, al termine di una rapida indagine, ha scoperto l'inganno. Era solo una bufala, e lo studente - incensurato - è stato denunciato.