Cerca
Logo
Cerca
+

Uccise rapinatore, assolto tabaccaio "Sentenza giusta"

La Corte di Appello: "Petrali agì in stato di legittima difesa putativa". Fuori dal tribunale alcuni leghisti sostenevano l'imputato

domenico d'alessandro
  • a
  • a
  • a

Giovanni Petrali, il tabaccaio che nel 2003 uccise un rapinatore, è stato assolto. La sentenza è stata emessa nel primo pomeriggio dalla Corte di Appello di Milano. In primo grado Petrali era stato condannato a un anno e otto mesi, e la pena era stata sospesa. Il sostituto procuratore generale Piero De Petris aveva chiesto in appello una condanna a nove anni e sei mesi di carcere. Secondo i giudici l'uomo ha agito "in stato di legittima difesa putativa". All'esterno del Tribunale si è radunata una piccola folla, con alcune bandiere della Lega, che manifestava a favore dell'imputato. IL CASO - Petrali aveva colpito a morte il 20enne Andrea Merlino, uno dei due rapinatori che il 17 maggio 2003 entrarono nel suo bar per rapinarlo. L'altro, Andrea Solaro (all'epoca dei fatti appena 16enne), rimase ferito. L'uomo era proprietario di un bar in piazzale Baracca, in una zona centralissima di Milano. IL FIGLIO: "BELLA PAGINA DI GIUSTIZIA" - "Oggi è stata scritta bella pagina di giustizia e finalmente abbiamo avuto la risposta che aspettavamo da tanti anni". Così Marco Petrali, figlio e legale di Giovanni, accoglie la sentenza che assolve suo padre dal reato di omicidio colposo. "Adesso dobbiamo aspettare le motivazioni - ha detto l'avvocato - ma su questa decisione ha giocato molto lo stato mentale in cui versava mio padre dopo l'aggressione all'interno del negozio". Sull'ipotesi che il padre possa tornare a possedere un'arma, Petrali risponde: "Non la vorrebbe più avere un'arma con sè - ha detto il figlio - perchè se poi succedono certe cose i processi morali che uno si porta dietro sono devastanti". Marco Petrali ha anche espresso la propria soddisfazione per la decisione del giudice di restituire la pistola all'uomo: "E' un ricordo di guerra del nonno", ha detto il figlio del tabaccaio. LA POLITICA - Il caso di Petrali era diventato a tutti gli effetti "politico". La manifestazione a difesa dell'imputato organizzata dalla Lega Nord ne è la dimostrazione. Secondo il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato "è una sentenza che fa giustizia. E che inquadra la vicenda correttamente - ha affermato - La condanna a 9 anni e mezzo chiesta dall'accusa sarebbe stata una beffa. Non può essere accettato che un tabaccaio, già plurirapinato, debba subire l'infamia di passare per assassino e rischi di finire in carcere solo perchè si è difeso da malviventi armati per salvarsi la pelle. Con la condanna - ha concluso De Corato - si sarebbe stravolta completamente la realtà, usando il codice penale come una clava senza tenere contro del contesto". Per Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio in Consiglio Comunale, "è un sospiro di sollievo per tanta gente per bene e saremo orgogliosi di candidare nelle liste della Lega Nord Antonio Petrali", l'altro figlio del tabaccaio. "La sentenza - prosegue Salvini - stabilisce che uno che ha risposto dopo essere stato aggredito mentre svolge il suo lavoro è innocente".

Dai blog