Libia, bombe su Ajdabiya. Russia: al bando il raìs
Al Jazeera: "Raid su ospedale e caserma". Medvedev: "Divieto di entrata per Gheddafi". Giallo Brega: chi la controlla?
Lunedì di ordinaria guerriglia in Libia, dove sono stati segnalati nuovi raid aerei - almeno quattro - dei caccia sui cieli di Ajdabiya. L'emittente al Jazeera ha riferito che i caccia hanno preso di mira l'ospedale e la caserma dell'esercito. Nel frattempo la tv di stato libica mostra le immagini di Brega liberata dalle truppe lealiste ed annuncia la decisione di puntare su Ajdabiya. Intanto i ribelli sostengono di aver attivato sacche di resistenza all'interno di Brega e di aver catturato decine di militari fedeli a Muammar Gheddafi. Il raìs ha nel frattempo offerto l'amnistia ai ribelli se cesseranno i combattimenti: "Chiunque deporrà le armi non sarà punito e possa Hallah perdonarlo per i suoi atti precedenti". Lo ha riferito la tv libica Al-Shababiya. RUSSIA CHIUDE AL COLONNELLO - Dopo le avvisaglie dei giorni scorsi, la Russia volta definitivamente le spalle al regime di Gheddafi. Il Cremlino ha decretato il divieto di entrata e transito nel territorio russo per il Colonnello e i suoi familiari. Lo ha annunciato il presidente della Federazione, Dimitri Medvedev, che ha poi aggiunto che per Gheddafi e il suo clan sarà bandita anche la possibilità di effettuare operazioni finanziarie in Russia. ERDOGAN: "SERVE UN NUOVO PRESIDENTE" - "L'unica possibilità di risoluzione dei conflitti è la nomina di un presidente che goda del sostegno di entrambe le parti", questa la proposta del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, intervistato da Al Arabiya, per la risoluzione della crisi libica. Il Paese maghrebino, infatti, al momento non ha un vero e proprio capo dello Stato: di fatto lo è Gheddafi, che tuttavia non riveste alcuna carica ufficiale, se non quella simbolica e in netto declino di Guida della Rivoluzione. Fondamentale l'investitura di un nuovo Presidente, gradito tanto al regime quanto agli insorti, che possa rappresentare la faccia pulita di Tripoli nei rapporti con l'occidente. Erdogan si è inoltre detto contrario a qualsiasi intervento Nato in territorio libico: "Abbiamo constatato sulla base di altri esempi come gli interventi stranieri, specie se militari, servano soltanto ad aggravare i problemi", ha affermato Erdogan. COMBATTIMENTI - La città di Brega, nell'est della Libia, è stata "ripulita dalle bande armate". Così la tv di stato libica domenica ha annunciato che gli insorti si starebbero ritirando dopo i massicci bombardamenti effettuati dalle forze lealiste. Ma nella mattinata di lunedì è trapelata la notizia che le forze di opposizione continuerebbero a controllare la città portuale. Lo sostiene Hadi Shalluf, esponente dell'opposizione e leader del Partito per la giustizia e la democrazia. Dopo le vittorie ad est, le forze fedeli a Gheddafi stanno marciando verso Bengasi per "liberare la popolazione ostaggio dei terroristi", ha spiegato il portavoce delle forze armate, Minad Hussein. “L'informazione esatta che ci arriva oggi è che i rivoltosi hanno ripreso Brega e hanno catturato una settantina di soldati delle btruppe di Gheddafi”, ha dichiarato NO FLY ZONE - Domenica anche la Lega Araba ha chiesto ufficialmente che venga istituita un no-fly zone sui cieli della Libia. Stati Uniti e Paesi occidentali hanno espresso soddisfazione per la decisione della Lega Araba, definita dalla Casa Bianca "un grande passo". All'Onu, comunque, ancora non si muove nulla per il varo effettvo della misura. La diplomazia comunque continua a muoversi alla ricerca di una soluzione: nella serata di lunedì, a Parigi si apre la riunione dei ministri degli Esteri del G8, imperniata soprattutto sull'imposizione della una no fly-zone. Non tutti sono tuttavia d'accordo: la Russia e il Canada hanno anzi chiesto chiarimenti sull'eventuale imposizione del divieto di sorvolo sollecitata dalla Lega Araba al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che nella giornata di lunedì si è riunito a porte chiuse. Se Francia e Gran Bretagna sono favorevoli alla misura, Italia e Germania sono più caute, e in seno alla stessa amministrazione di Barack Obama non mancano le perplessità (se il segretario di Stato, Hillary Clinton, è parso favorevole, tutt'altro che entusiasta si è dimostrato il capo del Pentagono, Robert Gates, il quale ha tenuto a precisare che non sono ancora state prese decisioni al riguardo). BANKITALIA - La crisi libica ha ripercussioni rilevanti a livello economico: la Banca d'Italia ha disposto la gestione provvisoria e la sospensione dei vertici della banca Ubae, l'istituto controllato dalla Libyan Foreign Bank e nel cui azionariato figurano tra gli altri Intesa Sanpaolo e Unicredit.