Yara è stata uccisa con 2 armi diverse. Sotto le unghie Dna di uomo e donna
Sul corpo della 13enne il materiale genetico che potrebbe smascherare l'assassino: "Serve tempo" / DELL'ORTO
Dna femminile sotto le unghie di Yara e la certezza che la ragazza sia stata colpita da due armi, un coltello e un corpo contundente: queste sarebbero le nuove tracce biologiche isolate dagli esperti della polizia scientifica. La procura di Bergamo non conferma, ma nemmeno smentisce, particolare che vale molto, perché come anticipato mercoledì da Libero e Mediaset la pista seguita dagli inquirenti sul caso Gambirasio è si basa proprio sui reperti rinvenuti sul corpo della tredicenne. "C'è ancora molto da lavorare", ha detto il sostituto procuratore Letizia Ruggeri, titolare dell'inchiesta, a proposito dei rilievi sul cadavere di Yara, ritrovato lo scorso 26 febbraio in un campo a Chignolo d'Isola. Non è ancora possibile stabilire se le tracce biologiche ritrovate siano viziate da un inquinamento della scena del delitto e se la campionatura sia sufficientemente integra da poter essere comparata con il Dna delle persone coinvolte nelle indagini. Sarebbe, invece, certo che i segni trovati sul cadavere siano riconducibili all'utilizzo di due armi diverse, un coltello e un altro corpo contundente, fino ad ora ignoto. Leggi l'articolo di Alessandro Dell'Orto. Sotto le unghie di Yara Gambirasio, la ragazzina sparita a Brembate Sopra lo scorso 26 novembre e ritrovata morta tre mesi dopo a Chignolo d'Isola, potrebbe esserci la chiave per arrivare al suo assassinio. Per avere i risultati ufficiali dell'autopsia ci vorranno settimane - ha ribadito anche ieri il pubblico ministero Letizia Ruggeri - e la spiegazione è proprio questa: tra le dita della 13enne, secondo primissime indiscrezioni, sarebbe stato isolato materiale genetico non appartenente alla ragazzina. Il lavoro di ricerca sarà ancora lungo, lunghissimo perché prima di sbilanciarsi gli esperti dovranno verificare che si tratti davvero di Dna umano e non animale. Solo successivamente, poi, si cercherà di stabilire se il materiale analizzato è compatibile con qualcuno dei 50 codici genetici a disposizione degli inquirenti e prelevati di nascosto (tramite saliva isolata da tazzine di caffè, sigarette o bicchieri) a molte delle persone interrogate in questi mesi. Con i primi risultati ufficiali dell'autopsia, poi, verranno comunicati anche i risultati delle analisi effettuate su pollini e sterpaglie prelevati dal campo di Chignolo in cui è stata ritrovato il cadavere di Yara. Dai primi accertamenti, sembra siano proprio gli stessi reperiti tra le dita della ragazzina. Quindi, se questo dato fosse confermato, significherebbe che la 13enne sarebbe stata uccisa proprio in quel posto di Chignolo. E non portata lì successivamente. Per quanto riguarda i rilievi dei Ris di Parma e della polizia scientifica, invece, non ci sarebbero buone notizie. Nessun segno particolare e nessuna impronta digitale, cioè, sarebbe stata trovata su batteria e sim card del cellulare. In questo caso le ipotesi sarebbero due: o il killer indossava un paio di guanti (visto il freddo di quei giorni è probabile) oppure avrebbe costretto Yara a togliere batteria e sim. Un'ora e mezza di colloquio. Fitto e misterioso. Ieri mattina i genitori di Yara - Fulvio e Maura Gambirasio -, alle 10.30, si sono recati dal pubblico ministero Letizia Ruggeri, che indaga sulla morte della figlia, per rendere dichiarazioni spontanee. All'uscita, presi d'assalto da giornalisti, fotografi e operatori tv (ieri è stato interdetto alla stampa e al passaggio di auto un ulteriore tratto di via Rampinelli, dopo che alcune troupe televisive si erano posizionate per inquadrare le finestre di casa Gambirasio), hanno raggiunto un parcheggio interrato nei pressi della procura, accompagnati dal pm, da due agenti di polizia giudiziaria e da una donna del personale della procura. Poi si sono allontanati in macchina senza dire nulla. Nemmeno il magistrato ha voluto rilasciare dichiarazioni: «Non li ho convocati io - ha spiegato - e non ho nulla da dire. Anzi dovreste spiegarmi dove sta l'interesse pubblico nel sapere queste cose». In realtà i genitori di Yara avrebbero semplicemente chiesto informazioni sull'andamento delle indagini e sui primi esiti dell'autopsia e delle ispezioni cadaveriche, per sapere poi quando potranno portare a casa il corpo della figlia. Il pm però non ha ancora ricevuto la relazione preliminare dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo e prima che ciò avvenga ci vorrà altro tempo. Questo ritardo comporterà anche lo slittamento dei funerali. «E come stare in sospensione - ha spiegato Diego Locatelli, sindaco di Brembate - dopo tanta vana attesa durante le ricerche di Yara, ora siamo di nuovo in attesa, questa volta del suo funerale. Ma comunque va bene, se questo è utile alle indagini va bene. L' importante è che alla fine ci sia una risposta positiva». di Alessandro Dell'Orto