Lo scandalo dei rimborsi di Napolitano Ecco il video che in Italia non si è visto
Riproponiamo un articolo del 2004: una tv tedesca aveva beccato l'attuale Capo dello Stato fare la cresta
L'intreccio tra politica e moralità, in Italia, è al centro del dibattito pubblico da tempo. Se i boati del caso Ruby, in attesa dell'inizio del processo il prossimo 6 aprile, sembrano fare meno rumore, negli ultimi giorni le occasioni per una semplice polemica, spesso e volentieri in chiave anti-Cavaliere, sono state la vicenda del ministro tedesco zu Guttenberg: dimissionario per aver copiato parti della tesi di laurea. Quindi il caso di un altro ministro, in Giappone, dove il titolare del dicastero degli Esteri, signor Maehara, ha lasciato lo scranno per aver ricevuto una donazione di 50mila yen, pari a 440 euro. Il bersaglio dell'italica polemica, come sottolineato, quasi sempre si chiama Silvio di nome e Berlusconi di cognome. La verità è che, forse, abbiamo la memoria corta. Così, dopo il nuovo richiamo alla moralità scandito dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa della donna dell'8 marzo, abbiamo deciso di ripescare un vecchio articolo (del 10 aprile 2004) che raccontava come Napolitano, ai tempi Europarlamentare dei Democratici di Sinistra, facesse la cresta sui voli aerei. Il caso era stato sollevato da una televisione tedesca. Sul piccolo schermo italiano, però, quel servizio non ci era mai arrivato. Libero ha deciso di proporvelo. Segue l'articolo del 10 aprile 2004 di Enzo Piergianni. Di tutto, di più. Nella rete dell'inquisitore Hans-Peter Martin non è finito solo il barbuto Martin Schulz approdato alla notorietà per lo scontro con Silvio Berlusconi al Parlamento Europeo nella seduta inaugurale del semestre italiano e promosso capolista del partito socialdemocratico tedesco (Spd) alle prossime elezioni europee. La Rimborsopoli scatenata dall'europarlamentare austriaco, spietato segugio a caccia di prove con microfoni nascosti e microtelecamere, va oltre l'intrallazzo del gettone quotidiano di 262 euro di diaria incassato da una moltitudine di suoi colleghi anche nei giorni senza sedute a Strasburgo e Bruxelles. Fosse solo questo, dai conti fatti da Martin il salasso per le casse europee sarebbe limitato a poco meno di 2 milioni di euro, con una fetta di 5.500 euro in quota all'anti-berlusconiano Schulz per le 21 firme abusive attribuitegli. Ma c'è dell'altro. L'eretico Martin, cacciato dal gruppo socialista non appena ha iniziato a scoprire gli altarini, dichiara di avere localizzato un altro inghippo, quello dei rimborsi di viaggio, una mazzata per il bilancio dell'Europarlamento e quindi per le tasche dei contribuenti europei. Martin è una miniera inesauribile, un fiume in piena che in nome dell'onestà e della trasparenza sarebbe capace di sfondare qualsiasi santuario e di prendersela anche col Padreterno. Così in alto, ancora non ha osato. Ma tra i suoi bersagli spicca il pur sempre altolocato diessino Giorgio Napolitano , presidente della Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo.l Il canale tedesco Rtl imbeccato da Martin lo ha filmato all'aeroporto di Bruxelles. Cercavano un caso esemplare per mostrare a milioni di telespettatori come, sfruttando la cieca generosità dei regolamenti, gli eurodeputati possano ricavare il massimo con una minima spesa. Lunedì 15 marzo Napolitano viene intrappolato da una troupe di Rtl all'aeroporto di Bruxelles appena sbarcato dal volo TV 703, partito da Roma, della Virgin Express, una di quelle nuove compagnie con cui si vola a basso prezzo. Nel servizio di Rtl una voce fuori campo attacca così: «Per il volo di sola andata da Roma a Bruxelles, egli ( Napolitano ) riceve un rimborso di circa 800 euro. La sera prima abbiamo guardato su Internet quanto costava quel volo: il prezzo, incluse tasse aeroportuali, era meno di 90 euro. Tirate le somme, il parlamentare con un solo volo ha avuto un guadagno netto superiore a 700 euro, soldi che entrano puliti nelle sue tasche».l Cosa risponde Giorgio Napolitano ? Boris Weber, inviato di Rtl a Bruxelles, l'ha tallonato nei corridoi dell'Europarlamento con microfono e telecamera spianati. Inutilmente. Una scena da “Striscia la notizia”, mancava solo il tapiro. Un minuto e 30 secondi di immagini dal vivo con Napolitano , doppiopetto grigio sbottonato, sempre più sgusciante e incavolato nel vano tentativo di scrollarsi di dosso il curiosone teutonico. «I questori sono incaricati di fornire una risposta» alza la voce in inglese. «Ma sono quattrini dei contribuenti» gli ribatte ostinato l'inseguitore. «Io rispondo solo ai contribuenti italiani» cerca di zittirlo Napolitano . Weber lo molla solo quando Napolitano minaccia di chiamare la polizia. Che a Bruxelles va giù duro coi ficcanaso della stampa. Recentissimo il caso del corrispondente di Stern, Hans-Martin Tillack, al quale hanno perquisito casa e ufficio portandogli via tutto l'archivio per scoprire i suoi sgraditi informatori nei Palazzi comunitari.l Scomparso Napolitano dal teleschermo, di lui si continua a parlare in diretta nello studio di Rtl a Colonia. Stavolta, accanto all'immancabile Martin e al popolare moderatore della trasmissione Gunther Jauch, siede un quarantenne brizzolato con l'accento bavarese. Si chiama Michael Jaeger, segretario generale della Taxpayers Association of Europe, il quale boccia subito l'idea di Napolitano di sentirsi responsabile esclusivamente nei confronti dei contribuenti italiani. «La Germania è il principale finanziatore dell'Europa comunitaria, paga da sola il 25% - è inesorabile l'alfiere dei contribuenti europei - Il sistema lo consente, ma è uno scandalo, uno schiaffo a tutti i contribuenti europei, una truffa su cui occorre indagare». Non è finita. Martin ci tiene a spiegare alla platea televisiva che i conti nelle tasche di Napolitano fatti nel servizio sono incompleti poichè bisogna aggiungere per ogni volo 80 euro di rimborso per taxi e 268 euro della cosiddetta indennità di distanza pagata per viaggi superiori ai mille chilometri come Roma-Bruxelles o Vienna-Bruxelles. Poi tira fuori dal taschino il talloncino di una carta d'imbarco e spara l'ultimo colpo in canna: «Questo vale per me 1.800 euro perchè il rimborso del viaggio aereo Vienna-Bruxelles viene fatto sulla base della tariffa più costosa di una compagnia di linea con l'aggiuntà dei taxi e della distanza. Io però con un volo economico ho speso solo 174 euro e ne ho guadagnati così più di 1.600». Evviva la sincerità. di Enzo Piergianni