Affittopoli a Napoli, case gratis per amici di Bassolino e sinistra
Lo scandalo in Campania: le abitazioni della Regione affittate a zero euro. Caldoro: "Eredità a cui rimedierò"
Il patrimonio immobiliare della Regione Campania è immenso. E improduttivo. Una lunga lista di case, appartamenti, negozi e palazzi a tutt'oggi riversa nelle casse dell'ente un reddito pari a (quasi) zero. La storia va avanti da molto e, a giudicare dai dati aggiornati al 31 dicembre 2009 dell'assessorato al Patrimonio, dovrebbe subire una sterzata col nuovo corso politico-amministrativo targato centrodestra. Passando ai raggi x la consistenza patrimoniale dell'ente è facile assistere a perduranti stranezze: case di centinaia di metri quadri prese in affitto per poche centinaia di euro al mese, ben al di sotto dei prezzi di mercato o - addirittura - senza sborsare un centesimo. Gli inquilini? Rigorosamente ignoti. Leggi tutte le carte di Affittopoli: L'elenco delle vendite del Pio Albergo Trivulzio. L'elenco degli affitti del Pio Albergo Trivulzio. L'elenco degli affitti del Policlinico Fondazione Ca' Granda. L'elenco degli affitti del Comune di Milano. L'elenco degli affitti del Golgi-Redaelli Una matassa intricata, dove non di rado si varca il confine del surreale. Esempio: dalle carte salta fuori anche una cabina di 56 metri quadri a disposizione dell'Enel in via Pignasecca ma, udite udite, manco l'azienda dell'energia versa un soldo bucato. Solo da poco si è deciso di mettere in vendita l'immobile, all'interno del piano generale di dismissioni dell'assessore Ermanno Russo. Previsione di incasso: circa 200 milioni di euro, in un lasso di tempo da tre a cinque anni. Per fare un raffronto, la gestione Bassolino dal 2002 al 2009 aveva realizzato vendite per appena 19 milioni, nel tentativo di mettere ordine nel partrimonio. Girando per il centro cittadino, ci si imbatte in casi di clamorosa malagestione. C'è un appartamento di circa cento metri quadri in Piazza Duca degli Abruzzi, assegnato a costo zero. C'è una casa a dir poco sontuosa (sette vani e mezzo) in piazzetta Cariati: data via per cinquemila euro annui - ossia 416 euro al mese - in una zona dove le agenzie immobiliari, mediamente, affittano a 1.800/2.000 euro al mese per abitazioni di quattro stanze). ZONE DI PREGIO Nell'ambita via Aniello Falcone (civico 332) ci sono 118,38 metri quadrati che risultano abitati ma a “reddito zero” (dicitura ufficiale dell'ente). In quella strada, normalmente, per soli 40 metri quadrati si paga un minimo di 900 euro al mese (per 120 metri, il mercato parte da 1.600 euro). In via Arenella, dove per centro metri quadri si dovrebbero pagare dai 1.450 ai 1.900 euro mensili, c'è chi non ha sborsato neanche un centesimo per lunghi periodi (al civico 24, per esempio, è in atto un contenzioso). Ovviamente, il “reddito zero” di cui sopra non contempla gli uffici pubblici, quelli in comodato o concessi per scopi benefici e sociali: il riferimento è al solo utilizzo privato, in prevalenza abitativo. Una formula (quella del reddito zero) che vale per altri casi clamorosi: via del Chiostro (165 mq); via Settembrini (136 mq); via Gigante (sei vani); via Nicolardi ai Colli Aminei (cinque vani e mezzo); Piazza Dante (sette stanze con terrazza). Tra via Monte di Dio, Salita Tarsia e i Colli Aminei risultano 20 appartamenti dai 70 ai 120 mq che producono tutti zero euro (e solo una parte di essi è disabitata); idem per altri dieci immobili in corso Garibaldi e un intero fabbricato in via Don Bosco. Anche fuori dai confini del capoluogo tiene banco il festival dello spreco: a Frattamaggiore c'è una casa di 169 mq (in via Roma) a reddito zero; idem per un'altra (di ben 266 metri quadri) a Cancello Arnone in via Torre Bonito). A Capua un deposito di 765 metri quadri non produce incassi; a Castel Volturno (via Borgo Domitio) un immobile di 332 metri quadri (assegnato e in contenzioso) non frutta un centesimo. INTERVIENE CALDORO Sparpagliati in Campania, insomma, ci sono centinaia e centinaia di immobili che non producono. Se si considera che la stessa Regione per fitti passivi nel solo 2007 ha speso 16 milioni e 615 mila euro si comprende la gravità del problema. Toccherà a Stefano Caldoro far chiarezza e - soprattutto - scoprire chi sta approfittando di beni delle istituzioni. Interpellato da Libero, il governatore della Campania dice: «Abbiamo ereditato una situazione molto critica e complessa. Abbiamo avviato, in linea con le indicazioni del Ministero dell'Economia, una ricognizione dell'intero patrimonio per valutare le cose da fare». Infatti, nel Piano di stabilizzazione dei conti inviato al ministro Tremonti, c'è un capitolo ad hoc che riguarda proprio il patrimonio dell'ente. di Peppe Rinaldi