Silvio a processo. Le toghe vogliono già la sentenza
Caso Ruby, giudizio immediato dal 6 aprile: "Prove evidenti". Cavaliere alla sbarra a Milano per concussione e prostituzione minorile / REAZIONI / I RISCHI
Silvio Berlusconi a processo. Il premier andrà a giudizio immediato per entrambi i reati, concussione e prostituzione minorile, legati al cosiddetto 'caso Ruby'. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Milano Cristina Di Censo, al suo primo processo importante, sancendo così la presenza di 'prove evidenti' a carico dell'indagato. Il dibattimento si aprirà il 6 aprile davanti ai giudici della quarta sezione penale, che saranno tre donne, Giulia Turri, Carmen D'Elia e Orsola De Cristoforo. Fredda la reazione degli avvocati difensori del premier: "Non ci aspettavamo niente di diverso". In serata, intervenendo al Tg5, Niccolò Ghedini ha ribadito questa linea affermando: "Non c'è l'evidenza della prova, anzi c'è la prova dell'innocenza. Ci aspettavamo il rinvio a giudizio? Assolutamente sì. In qualsiasi altro tribunale no, ma a Milano sì. La competenza funzionale è del tribunale dei ministri, quella territoriale è di Monza. Ma siamo al tribunale di Milano e ci aspettiamo di tutto e di più". Berlusconi, che in mattinata era arrivato a Catania insieme al ministro Maroni, aveva annullato la propria conferenza stampa sull'emergenza immigrazione rientrando a Roma per "improrogabili impegni". Nessun commento dal suo staff. Cicchitto (Pdl): "Giustizia a orologeria". Leggi le reazioni dei politici. Che cos'è il rito immediato. LE ACCUSE - La Di Censo ha dunque accolto in toto le richieste dei pubblici ministeri milanesi guidati da Edmondo Bruti Liberati. Il processo a Berlusconi comincerà il 6 aprile alle ore 9.30, davanti alla quarta sezione penale del tribunale di Milano in composizione collegiale. A Berlusconi la procura contesta di aver abusato della qualità di presidente del Consiglio per indurre i funzionari della procura di Milano, la notte del 27 e 28 maggio dell'anno scorso, ad affidare Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti e per avere avuto rapporti sessuali con la giovane marocchina ad Arcore. Dal decreto del gip si evince che Ruby e il ministero dell'Interno sono parti lese nel processo. La prima in relazione al reato di prostituzione minorile in quanto Berlusconi avrebbe commesso atti sessuali con la giovane in cambio di denaro o altre utilità dal febbraio al maggio dello scorso anno, quando la ragazza non aveva ancora 18 anni. Il Ministero dell'Interno, invece, è parte offesa nel reato di concussione di cui è accusato il premier per la telefonata da lui effettuata nella notte tra il 27 ed il 28 maggio scorso in questura a Milano per ottenere il "rilascio" di Ruby Rubacuori, portata negli uffici della polizia in seguito alla denuncia di un furto. Il gip sostiene che "i fatti storici" a carico del premier "sono dimostrati": gli episodi dai quali sono maturate le accuse di concussione e prostituzione minorile, dunque, sarebbero dimostrate dal materiale probatorio portato dall'accusa, a cominciare dalle intercettazioni telefoniche e dai fondi bancari. Chi sono i tre giudici che giudicheranno Silvio Berlusconi. MINACCIA MINETTI - Intanto il legale di Nicole Minetti, Daria Pesce, in un'intervista a Affaritaliani.it 'avverte' il premier: "Nicole parlerà, lo farà chiaramente. Potremmo entrare in conflitto con il premier se non si adeguasse alla nostra linea difensiva". Infine, sul rapporto tra i due: "Confermo il fatto che tra loro c'era una relazione affettiva" . BUFALA ROMANA - Perde invece di consistenza la presunta 'pista romana'. La Procura capitolina ha smentito ufficialemente l'apertura di un'indagine contro Berlusconi riguardo alle feste del Cavaliere nel castello di Tor Crescenza, organizzate dalla deputata Pdl Maria Rosaria Rossi nell'estate 2010. Ieri sera era arrivata la smentita anche del procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati: "Non c'è stato alcun contatto nè è previsto alcun contatto con la procura di Roma".