Scontri in Egitto: al Cairo 2 morti, uno è straniero
I cecchini sparano sulla folla. Fermato il marito di Lucia Annunziata. Vodafone cooptata dal regime: manda sms di sostegno a Mubarak
I nuovi scontri al Cairo hanno provocato due morti e un ferito. Uno straniero è stato a morte in piazza Tahrir, il cuore della protesta. Un tragico avvenimento, cui poco dopo è seguito il fuoco dei cecchini sulla folla: alcuni sostenitori di Mubarak hanno sparato nel mucchio uccidendo una persona e ferendone altre due. I pasdaran del regime hanno lanciato anche alcune bombe molotov, mentre un'auto della polizia ha investito diversi manifestanti. Già nel primo pomeriggio durante gli scontri tra i contestatori, le forze dell'ordine e i sostenitori del regime di Mubarak, era stato aperto il fuoco. La piazza si era affolata fin da giovedì mattina, quando gli uomini del Raìs, armati di bastoni e coltelli, hanno deciso di presidiare il luogo simbolo di queste proteste. Ai manifestanti filogovernativi si è unito anche l'esercito. Dalle altre vie laterali della piazza sono invece arrivati gli oppositori di Mubarak. Il rischio di nuove violenze potrebbe aumentare il bilancio delle vittime: quello delle ultime 24 ore conta 10 morti e oltre 800 feriti. VODAFONE COOPTATA - I vertici politici del Cairo hanno infatti obbligato Vodafone ed altri operatori di telefonia mobile ad inviare ai propri abbonati sms di sostegno al presidente Hosni Mubarak o per chiamare a raccolta, come è successo il 2 febbraio, i suoi sostenitori. E' quanto denuncia la società telefonica definendo "inaccettabile" quanto fatto dall'esecutivo di Ahmed Shafiq che "grazie ai poteri emergenziali previsti dalla Telecom Act può costringere Mobinil, Etisalat e Vodafone ad inviare messaggi agli egiziani. E lo hanno fatto dall'inizio delle proteste bypassando le stesse società di telecomunicazione". PAGATI PER PICCHIARE - In ogni caso, il governo egiziano sta cercando la strada della sopravvivenza in maniera anche più violenta: una fonte dell'agenzia LaPresse al Cairo ha infatti detto che il National Democratic Party starebbe pagando numerosi civili dai 40 ai 100 dollari per picchiare i manifestanti antigovernativi. " Tra le azioni violente dei sostenitori di Mubarak, si conta anche un'irruzione in un hotel del Cairo a caccia di giornalisti stranieri. ARRESTATO IL MARITO DELLA ANNUNZIATA - Daniel Williams, marito di Lucia Annunziata, ex corrispondente del Washington Post e ora inviato di Human Rights Watch, è stato arrestato al Cairo dalle forze di sicurezza egiziane. Lo ha annunciato un portavoce dell'organizzazione internazionale. Secondo la conduttrice italiana, l'arresto è avvenuto nell'ambito di una "grossa retata". La notiza le è stata comunicata "dal capo dello staff locale dell'organizzazione, Peter Bouckaert. Avevo sentito Daniel questa mattina presto - racconta la Annunziata - poi non ho più avuto notizie di lui. Erano circa le 13 in Egitto. Mi hanno detto che l'ufficio di Hrw era stato circondato". La conduttrice di In mezz'ora ha poi annunciato che "non c'è una situazione di allarme", piuttosto l'arresto di giornalisti e operatori umanitari rappresenta "un caso diplomatico". Gli osservatori dell'organizzazione sarebbero stati interrogati e poi portati via a bordo di un pulmino. Per strada, inoltre, sono stati insultati da un gruppo di sostenitori di Mubarak che si era radunato davanti alla sede dell'organizzazione". L'ONU SE NE VA - Nel crescente clima di violenze, almeno 600 tra membri del personale Onu e le loro famiglie hanno lasciato l'Egitto per trasferirsi 'temporaneamente' a Cipro fino a quando la situazione non sarà tornata alla normalità. Lo ha annunciato il portavoce del Palazzo di Vetro, Rolando Gomez, sottolineando che una minima parte del personale resterà al Cairo. LE STANZE DEL POTERE - Sul fronte del dialogo tra regime e opposizione, il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha annunciato che il governo ha invitato anche i Fratelli Musulmani al tavolo dei negoziati come tutte le altre formazioni di opposizione. Nel corso della giornata il leader dell'opposizione Mohamed El Baradei aveva respinto l'invito: "Prima deve andarsene Hosni Mubarak". Al dialogo di sicuro partecpiaranno i liberali e i nazionalisti del Wadf e alcuni portavoce dei manifestanti in piazza Tahrir. Suleiman ha assicurato radicali cambiamenti in Egitto nei prossimi 200 giorni, ribadendo che nè Mubarak nè il figlio si candideranno alle prossime elezioni. Ma ElBaradei rilancia. La comunità internazionale, secondo l'ex capo dell'Aiea, deve ritirare al più presto il proprio sostegno al presidente egiziano, Hosni Mubarak, e a "un regime che uccide la sua gente". Nel processo di normalizzazione partecipa anche il nostro paese. Suleiman "ha chiesto all'Italia di farsi tramite per un sostegno dell'Europa alla road map" predisposta per uscire dalla crisi. Lo ha detto Franco Frattini, nel corso dell'informativa del governo alla Camera sull'Egitto, riportando i termini di un colloquio avuto ieri con lo stesso vicepresidente.